2.217 persone hanno perso la vita nel 2018 nel Mar Mediterraneo. Più del doppio – 4.476 – sono morte sulle rotte dell'immigrazione in tutto il mondo. A rendere noti questi numeri è stata l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) lo scorso 18 dicembre, in occasione della Giornata internazionale dei migranti. Si tratta di stime ufficiali dell'agenzia delle Nazioni Unite, che parlano di una strage che non sembra avere fine: a gennaio, in soli due giorni, hanno perso la vita 170 persone in due naufragi nel Mar Mediterraneo. Si tratta di morti che vediamo solo quando la tragedia è così grande da non essere ignorata, perché uomini e donne affogano lontani dalle nostre confortevoli case e dagli schermi dei nostri pc, dove possiamo scrivere che "gli immigrati vengono qui per andare negli hotel a 5 stelle e hanno tutti l'Iphone". Ma anche se non vediamo quei corpi non vuol dire che non siano reali. Esseri umani in fuga da guerre e torture, con cicatrici nel corpo e nell'animo che probabilmente nessuno potrà mai sanare. E se si può ridere di tutto, se la satira e l'ironia più dissacrante è lecito che tocchino ogni argomento, quello che va stabilito è se il riso provocato serve a dileggiare o infierire, o invece a far pensare e ragionare. Quando il riso è diretto verso il potere è un conto, quando schernisce i corpi degli ultimi della terra, un altro. Per questo il camion di Carnevale che rappresenta un barcone che attraversa il Mediterraneo non fa ridere. Anzi, è proprio il contrario dello spirito del Carnevale, la festa dove l'ordine sociale si ribalta e tutto è possibile.
La vergogna del Carnevale di Formello
E allora ci si chiede come sia possibile che a Formello si sia pensato che un carro a forma di barcone potesse essere simpatico e divertente. E adatto al Carnevale, una festa che dovrebbe essere di gioia per grandi e piccini, e che si è invece trasformata in uno schiaffo in faccia a tutti i morti nel Mediterraneo che magari sarebbero stati felici di travestirsi insieme ai loro coetanei in Italia. E che probabilmente non hanno mai festeggiato un Carnevale in vita loro. Il sindaco di Formello, Gianfilippo Santi, non ha provato nessuna vergogna quando gli sono state chieste spiegazioni sul carro a forma di barcone, con sopra bambini con la faccia dipinta di marrone e la scritta "Porti aperti". Anzi, ha dichiarato a la Repubblica che tutti quanti si sono divertiti e che non c'è stato nessun razzismo. "Io sono un cattolico praticante", ha poi ribadito per rafforzare la sua tesi. La realtà, però, è che non c'è giustificazione che tenga di fronte a quel carro della vergogna. A quanto pare, gli adulti non riescono più a riconoscere il limite che separa uno scherzo da una mostruosità. O forse lo riconoscono e non gliene importa nulla. Fatto sta che le migliaia di persone morte e che in questo momento sono sul fondo del Mar Mediterraneo, non meritavano quest'ennesima beffa, quest'orrendo insulto mascherato da scherzo.