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Stadio off limits per un tifoso romanista disabile: “Niente biglietti senza carrozzina”

Emanuele Pilloni è un invalido totale, ma per la Roma non è abbastanza. “Posso avere i biglietti solo se mi presento in carrozzina. Mi hanno detto: ‘Se non ce l’hai noleggiala’”, ha raccontato a Radio Cusano Campus.
A cura di Enrico Tata
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Emanuele Pilloni è un invalido totale, ha una tetra paresi spastica da quando è nato. Ma per la Roma, la sua squadra del cuore, è un tifoso normale, come tutti gli altri. Dopo tante operazioni, ora, a 36 anni, riesce a camminare da solo, senza carrozzella. Per ventidue anni, da quando era poco più di un bambino, è andato allo stadio a vedere le partite della Roma con un biglietto per invalidi al 100 per cento con accompagnatore, ma ora, racconta Emanuele a Radio Cusano Campus, "posso avere i biglietti solo se mi presento in carrozzina. Mi hanno detto: ‘Se non ce l'hai noleggiala'". Lo stadio Olimpico è una struttura non accogliente per gli invalidi ed Emanuele, anche se cammina da solo, ha bisogno di essere accompagnato per salire le scale. Di punto in bianco però, per la Roma non è più abbastanza disabile. Per avere quei biglietti serve essere in carrozzina.

‘Se non hai la carrozzina, noleggiala'

"All’ultimo Roma-Milan – racconta Emanuele ai microfoni della trasmissione Legge o giustizia, condotta da Matteo Torrioli – sono andato allo Stadio Olimpico a vedere la partita e il giorno dopo ho chiamato Trigoria che offre il servizio di ticketing via telefonica e gli stessi operatori che mi fecero il biglietto per Roma-Milan, mi hanno detto che non potevano farmi il biglietto per la partita successiva perché secondo loro non ero più disabile. Adesso la Roma dà i biglietti solo a chi sta su sedia a rotelle o che per certificato ha necessità di assistenza continua. Io per fortuna cammino e loro me ne fanno una colpa. Questa situazione deve finire, non solo per me, ma per tutte le persone disabili che hanno avuto il mio stesso problema. Alcuni mi hanno detto che con altre società di calcio, come la Juventus, questo problema non c’è. Già mi era successa anni fa questa storia. C’era il presidente Sensi, che intervenne personalmente e mi regalò un abbonamento per scusarsi dell’accaduto”.

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