San Basilio, la sindaca Raggi vuole incontrare la famiglia marocchina cacciata
La sindaca di Roma Virginia Raggi incontrerà, forse già domani, la famiglia marocchina che ieri è stata cacciata dalla casa popolare di San Basilio che gli era stata assegnata. Mourad, operaio, la moglie Fatya, senza lavoro, e tra bambini piccoli, ieri non sono potuti entrare nel loro nuovo appartamento a causa delle proteste di alcuni inquilini dei palazzi popolari del quartiere. Una protesta che sembra trovare radici profonde in un quartiere che versa in condizioni di povertà e che in mano al racket della droga. "Prima noi, poi loro. Siamo in Italia, mica in Finlandia. A noi non danno lavoro, non danno casa, non ci danno niente", ha raccontato ai microfoni di Fanpage.it Adriano, che nel 2012 è stato sfrattato da una cantina di una palazzina a San Basilio. “Posso capire i problemi di sopravvivenza, li abbiamo tutti. Ma non prendetevela con i bambini e neanche con noi. Io e mia moglie abbiamo sempre lavorato, siamo brave persone”, ha raccontato invece Mourad a Repubblica.
L'incontro tra la sindaca Raggi e la famiglia è stato giudicato un gesto “ignobile” da Simone Di Stefano, vicepresidente di Casapound. Secondo Di Stefano "è ignobile che Virginia Raggi porti la sua solidarietà piagnucolosa ad una famiglia di stranieri, mentre quando sono gli stranieri e i rom ad occupare le case degli italiani nessuno piange e tutti girano la testa dall’altra parte, a partire dall’inquilina del Campidoglio. La Raggi ha l’obbiettivo di superare Laura Boldrini nella classifica del politico più anti-italiano e politicamente corretto del Paese".
