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Roma, si alza e canta “Robin Hood” in metro: la performance conquista il web

Il video che riprende l'”esibizione” di Aurora Piermarini, una giovane romana, sta spopolando sul web. L’iniziativa è un gioco lanciato sul sito www.altrove.me.
A cura di Enrico Tata
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Linea B della metropolitana, stazione Rebibbia. Le porte si chiudono, il treno riparte. Tutto normale: c'è chi chiacchiera, chi legge, c'è anche una ragazza con le auricolari che ascolta musica. Ad un certo punto si alza e comincia a cantare, fra lo stupore degli altri passeggeri: “Sguardo accattivante, occhi da birbante, cuore scintillante”. È proprio la sigla del famoso cartone animato “Robin Hood”, cantata da Cristina D'Avena. Lei la canta a squarciagola, stonando anche un po'. A occhi chiusi. Prima, gli altri passeggeri sembrano un po' infastiditi, poi diffidenti, poi incuriositi. Qualcuno comincia a canticchiarla insieme alla ragazza. E alla fine della curiosa performance, scatta l'applauso di tutto il vagone. Aurora Piermarini è la giovane protagonista del video che sta spopolando in queste ore in rete. Un video in cui immortala il suo #altrove, un gioco proposto sul sito www.altrove.me. Come partecipare? Una città, un luogo esterno, uno spazio urbano da rallegrare. A quel punto, indossati gli auricolari, bisogna sparare nelle proprie orecchie la propria canzone a tutto volume e iniziare a cantarla a squarciagola. Ovviamente bisogna ricordarsi di farsi riprendere e di condividere il video sui social, accompagnato dall'hashtag #altrove.

Si legge sul sito www.altrove.me: "La città dei balocchi proposta ai ragazzi è un gioco attraverso la propria città, tra gli spazi urbani vissuti quotidianamente e spesso in modo ostile. Come Lucignoli incatenati alla noia dell'ordinario viene voglia di scappare, di non andare a scuola, di rifiutare ciò che facciamo, di fuggire via. #ALTROVE si propone come un viaggio alternativo alla fuga, un'avventura alla scoperta di ciò che già conosciamo per ricercare un punto di vista altro, decentrato. Un'esplorazione per osservare la propria città dal centro alla periferia, dai luoghi della marginalità agli spazi culturali e artistici. Un Altrove, potenzialmente individuabile ovunque. L'esotico è a portata di mano, basta esplorare e perdersi nella città".

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