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Roma, il tribunale dice si all’adozione di un bambino da parte di due papà

“Bisogna tutelare la continuità affettiva così come riconosciuto dalla legge del 2015”, ha spiegato Melita Cavallo, la giudice che ha emesso la sentenza. Per la prima volta in Italia, due uomini diventano papà di un bambino nato in Canada grazie alla maternità surrogata.
A cura di Enrico Tata
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Per la prima volta in Italia, due uomini diventano papà di un bambino nato in Canada grazie alla maternità surrogata. La sentenza è stata emessa da Melita Cavallo, presidente del tribunale dei minori di Roma, lo scorso 31 dicembre 2015, qualche giorno prima di andare in pensione. Il giudice ha riconosciuto in sostanza l'adozione in casi particolari a una coppia di uomini in virtù dell'articolo 44 della legge 184 che disciplina proprio le adozioni speciali. Le richieste, in precedenza, erano state fatte sempre da coppie di donne ed è anche la prima volta che non c'è un ricorso in appello della procura minorile. La sentenza quindi è definitiva ed è appena stata pubblicata.

I papà sono due professionisti romani di quarant'anni che si sono conosciuti durante gli anni dell'università a Roma e si sono sposati in Canada. La coppia aveva fatto richiesta di adozione a giugno del 2015. "Bisogna tutelare la continuità affettiva così come riconosciuto dalla legge del 2015", ha spiegato la giudice a L'Espresso. Cavallo ha anche sottolineato che il bambino, che ora ha sei anni, riconosce la genitorialità di entrambi gli uomini, ma è anche in contatto con sua madre. Venti giorni fa il tribunale di Roma aveva riconosciuto una famiglia con due mamme. In quell'occasione il tribunale aveva scritto che già la normativa attuale, nonostante lo stralcio dell'adozione dei figli dei partner (la cosiddetta stepchild adoption) dalla legge sulle unioni civili approvata al Senato, “deve poter essere interpretata alla luce dei principi costituzionali e convenzionali che costituiscono il fondamento per il riconoscimento di nuove forme di genitorialità. E' di tutta evidenza che i rapporti esistenti tra le ricorrenti ed i rispettivi figli sono quelli concretamente e quotidianamente tipici di una sana relazione madre-figli”.

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