Roma, detenuto 22enne si toglie la vita in carcere. Il garante: “Si poteva evitare”

Ieri sera un detenuto di 22 anni si è tolto la vita legando un lenzuolo alla grata del bagno della sua cella. Secondo il garante dei detenuti del Lazio, Stefano Anastasia, il suicidio, avvenuto nel carcere romano di Regina Coeli, poteva essere evitato. "Questo ragazzo era scappato da una Rems (strutture riabilitative per malati psichiatrici) e a lui erano contestati solo reati di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. Reati tutto sommati irrilevanti e legati al fatto che era andato via dalla Rems. E allora mi chiedo, perché non è stato riportato alla Rems? Perché si trovava in carcere?", domanda Anastasia. "Purtroppo seppur il personale è intervenuto immediatamente  nulla è servito a salvarlo. Il carcere di Regina Coeli come noto ha un sovraffollamento di più 289 detenuti , 911 rispetto ai previsti 622", spiega Massimo Costantino, segretario di Fsn Cisl, il sindacato che ha diffuso per primo la notizia.

Dall'inizio dell'anno sono dieci i detenuti che si sono tolti la vita e diciassette in totale sono le persone morte all'interno dei carceri italiani. Negli ultimi diciassette anni sono 937 le persone che si sono tolte la vita in carcere. Secondo Patrizio Gonnella (Antigone) e Stefano Cecconi (campagna Stop Opg), "non si cura mettendo le persone dietro le sbarre bensì affidando le persone, e ancor più i ragazzi, al sostegno medico, sociale, psicologico dei servizi del territorio. Se un ragazzo va via da una Rems non si deve parlare di evasione. Non si butta una vita in galera".