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Roma 2024, l’Anticorruzione bacchetta Raggi: “Un Paese normale non si ritira per paura”

“Resto perplesso. Fino a quando noi ci ritrarremo per la paura rischieremo di non diventare mai un Paese normale”, ha detto il presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone. Intanto il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha dichiarato che il Coni non intraprenderà alcuna azione legale: “La Corte dei conti? Noi non facciamo nulla. Ma siamo ente pubblico: se qualcuno dovesse sollevare il problema, noi gireremmo le responsabilità a chi di competenza”.
A cura di En.Ta.
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"Resto perplesso sul fatto che qualcuno possa far ritenere che i rischi di corruzione non giustifichino un'opera. Perché, fino a quando noi ci ritrarremo per la paura rischieremo di non diventare mai un Paese normale". Nel dibattito sulla candidatura olimpica di Roma per i Giochi del 2024 entra anche Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità Anticoruzione. Dopo il no ufficiale alle Olimpiadi da parte della sindaca Virginia Raggi, Cantone precisa di non aver "intenzione di fare polemica con nessuno. Ovviamente se ci avessero chiesto, così come ci era stato anticipato, di operare un sistema di controllo avremmo fatto la nostra parte, ma su quali sono le attività da svolgersi queste sono scelte della politica". Queste sono cose, aggiunge Cantone, che "ho detto in tempi non sospetti, quindi non può essere considerata una polemica nei confronti della sindaca Raggi, invece sono dichiarazioni assolutamente neutre, resto perplesso sul fatto che qualcuno possa far ritenere che i rischi di corruzione non giustifichino un'opera".

Il Coni: "Nessuna azione legale"

"La Corte dei conti? Noi non facciamo nulla. Ma siamo ente pubblico: se qualcuno dovesse sollevare il problema, noi gireremmo le responsabilità a chi di competenza". Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha ribadito la posizione del Comitato su eventuali azioni legali, dopo il no della sindaca Virginia Raggi alla candidatura olimpica della Capitale. "Rammarico enorme perché siamo uomini di sport. Con serenità si doveva decidere se continuare a fare quello che stavamo facendo bene. E invece siamo stati fermati a corsa iniziata, a due terzi", ha dichiarato ancora il numero uno del Coni.

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