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Quando il figlio del commissario di Roma Tronca fu accompagnato allo stadio dai pompieri

Nel maggio del 2011 il figlio del nuovo commissario della Capitale, Francesco Paolo Tronca, fu accompagnato allo stadio Olimpico da un’auto dei pompieri adibita al soccorso con tanto di autista. Allora Tronca era a capo del dipartimento dei vigili del fuoco. Il caso era emerso da un’inchiesta interna.
A cura di Francesco Loiacono
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Non vede l'ora di iniziare il suo incarico Francesco Paolo Tronca, nominato commissario di Roma al posto del "decaduto" Ignazio Marino: "Ho sentito ieri il presidente Matteo Renzi. Gli ho manifestato tutto il mio orgoglio per aver avuto fiducia in me per questo incarico", ha detto l'attuale – ancora per un giorno – prefetto di Milano. E chissà che l'entusiasmo del padre non sia condiviso anche dal figlio del 63enne Tronca. Il ragazzo, d'altronde, alla Capitale e soprattutto al suo stadio, l'Olimpico, sembra essere particolarmente legato. Tanto da essere protagonista, nel maggio del 2011, di un episodio non proprio edificante.

Quell'episodio all'Olimpico nel 2011

A raccontarlo la giornalista Jolanda Bufalini su L'Unità, in un articolo datato 29 maggio 2011. Allora Tronca era capo del dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, nominato dall'allora ministro dell'Interno Roberto Maroni nel 2008. Mentre i vigili del fuoco erano alle prese con problemi di organico relativi in particolare alla carenza di autisti, in occasione di una partita di Coppa Italia tra Roma e Inter, un mezzo di soccorso e il relativo autista vennero "dirottati" dalla normale routine per accompagnare il figlio del commissario e un'altra persona allo stadio. Ecco il brano originale de L'Unità:

"I fatti, documentati da un’inchiesta interna, risalgono all’11 maggio, quando allo stadio Olimpico della Capitale, si gioca Roma-Inter per la coppa Italia. E’ l’occasione nella quale autista e mezzo di soccorso vengono distolti dal servizio per essere utilizzati come Ncc, noleggio con conducente ma gratuito, per accompagnare il figlio del dottor Francesco Paolo Tronca e un’altra persona a un incontro di calcio".

Gli sgomberi e le precettazioni sugli scioperi

L'esito dell'inchiesta non è riportato, anche se evidentemente non ha influito minimamente sulla carriera di Tronca, divenuto nell'estate 2013 prefetto di Milano. Nel capoluogo lombardo Tronca si è distinto per la durezza contro le occupazioni abusive di alloggi – c'è anche la sua regia nel piano sgomberi siglato nell'autunno del 2014 con Regione Lombardia e Comune di Milano – e l'intransigenza sugli scioperi – durante l'Expo non ne è stato permesso neanche uno, ricorrendo spesso allo strumento della precettazione. Ma va detto che la gestione dell'Expo sul fronte della sicurezza, foriera di molte preoccupazioni alla vigilia dell'evento, è stata impeccabile. E così, adesso, il prefetto della Capitale morale d'Italia (come ha detto il presidente dell'Anac Raffaele Cantone) può guardare avanti e tornare in quella città dove si trova quelal che sembra l'unica, piccola macchia su una carriera da intransigente e integerrimo servitore dello Stato: "Nessun tentennamento – ha spiegato Tronca in conferenza stampa -, non ho chiesto nessun momento per riflettere. Quando arrivano richieste così importanti un prefetto – e vale per tutti i funzionari pubblici – deve andare avanti e fare il suo dovere". Lo farà probabilmente senza incontrare l'ex sindaco Marino: "Parlo per esperienza passata – ha spiegato ai cronisti -, perché i dirigenti di prefetture hanno tutti esperienze di commissariamento, e in nessuna di quelle occasioni ho mai incontrato il sindaco. Non so, vedremo".

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