Presa la ‘Regina della Neve’, la capo-banda dello spaccio: ‘rigatoni’ e ‘spaghetti’ i nomi in codice della droga
La ‘Regina della neve', così la chiamavano i suoi sottoposti. Bianca Z. era a capo di un'organizzazione criminale che gestiva il traffico internazionale di sostanze stupefacenti. La ‘Regina' e i suoi sodali importavano droga dal Sudamerica, in particolare dal Perù, e poi la distribuivano a Roma e sul litorale romano attraverso un'organizzata rete di pusher che avevano la loro base strategica a Fiumicino. Questa mattina la capobanda e altre undici persone sono state arrestate al termine delle indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma.
Il prezzario della droga: 80mila euro per un chilo di cocaina
Al vertice dell'organizzazione criminale, che importava soprattutto marijuana, hashish e cocaina, c'era lei, la ‘Regina della Neve', che intratteneva direttamente i rapporti con i pusher peruviani. Solo a lei spettavano le funzioni organizzative e direttive della banda. C'era chi consegnava il denaro, c'erano i pusher, i corrieri dal Sudamerica, chi custodiva i proventi del traffico. Ma lei era l'unica referente della banda. Avevano automobili, appartamenti sia a Roma che a Fiumicino, armi e denaro. Tra gli arrestati ci sono romani e stranieri, in particolare tre donne peruviane e una cittadina bulgara. Gli appuntamenti con i clienti, hanno ricostruito gli investigatori, venivano fissati soprattutto all'esterno della stazione della metropolitana Battistini. In totale sono stati sequestrati tre chili e mezzo di cocaina, tre chili di hashish e quasi 150mila euro in contanti.
Per cercare di non essere scoperti la droga veniva chiamata in modi diversi, tutti nomi che fanno riferimento al cibo: ‘pasta', ‘spaghetti' o ‘rigatoni', ma anche ‘spezzatino' o ‘crema' o polline'. Un vero e proprio codice di comunicazione segreto e noto solo ai membri dell'organizzazione. Un chilo di cocaina era venduto a 80mila euro, uno di hashish a 2.500 e 1.800 per un chilo di marijuana. La droga arrivava in Italia grazie all'opera di alcune corriere peruviane, che si recavano in Sudamerica e si rifornivano della merce acquistandola dal trafficante con cui la ‘Regina' aveva contatti, un certo Nieto. Una volta arrivata a Roma, a seguito delle indicazioni della ‘Regina della Neve', la droga veniva venduta sul mercato romano e i proventi reinvestiti immediatamente per nuovi acquisti.
L'indagine della DDA è durata diversi mesi, da settembre 2015 fino ad aprile 2016, ed è stata chiamata Regina, proprio per il soprannome dato alla capobanda dai membri dell'organizzazione criminale.