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‘Rome & You’, la Crusca boccia il nuovo logo di Roma: “Anglismo se è inutile diventa provincialismo”

Una sonora bocciatura al nuovo logo del Comune di Roma, sui cui le polemiche e i dubbi non sono mancati, arriva dall’Accademia della Crusca a cui proprio non è piaciuto quel ‘Rome & You’. Il linguista Francesco Sabatini: “Se l’anglismo è superfluo si trasforma in una forma di provincialismo”.
A cura di Va.Re.
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Una sonora bocciatura al nuovo logo del Comune di Roma, sui cui le polemiche e i dubbi non sono mancati, arriva dall'Accademia della Crusca a cui proprio non è andato giù quel ‘Rome & You' contenuto nel logo che sarà il nuovo brand della città. "È in corso un andazzo balordo, e per balordo intendo una persona che cammina senza sapere dove va – ha dichiarato all'Adnkronos il linguista Francesco Sabatini – Si fermino un momento a riflettere su quello che fanno, respirino profondo e soprattutto pensino al significato delle parole straniere che usano, non dimenticando che possono provocare un guasto sociale. In Italia si deve avere il coraggio di dire no al provincialismo linguistico".

Sabatini, presidente onorario dell'Accademia della Crusca e autore del vocabolario lingua italiana, il ‘Sabatini-Colettì, se la prende in particolare contro l'uso di termini inglesi nella comunicazione pubblica e istituzionale: "Credo che nel ricorso, anzi all'abuso, nella comunicazione pubblica di tante parole inglesi, quasi sempre superflue, ci sia mancanza di un'attenta riflessione", osserva il linguista citando i casi di "Rome & You" sul nuovo logo istituzionale del Comune di Roma, e lo slogan "Be cool and joy the Navy", scelto dalla Marina Militare per pubblicizzare il concorso per accedere all'Accademia Navale di Livorno. "Il ricorso a parole inglesi nella lingua italiana – conclude il ragionamento Sabatini – è accettabile quando manca nel nostro idioma un concetto simile a quello straniero. Altrimenti l'anglismo diventa superfluo. Quando si usano termini stranieri nella comunicazione pubblica bisogna pensare alla loro utilità, e soprattutto alla loro eventuale oscurità. I concetti devono sempre essere chiari e comprensibili per tutti. Altrimenti si fa un gioco inutile di parole e si dimostra provincialismo".

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