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Il Piper fa 50 anni, festa grande per il tempio beat: ci suonarono anche i Pink Floyd

A distanza di 50 anni esatti dalla sua apertura, lo storico locale ha deciso di festeggiare il suo mezzo secolo di storia, con ospiti, amici e immagini uniche. Così il 17 febbraio, per il suo cinquantesimo “compleanno”, i figli dei fondatori hanno pensato a un mega party ad ingresso gratuito.
A cura di Enrico Tata
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I Pink Floyd ci suonarono giovanissimi e pure Jimi Hendrix. E poi Patty Pravo, Caterina Caselli, Renato Zero, i Birds e i Procol Harum. Negli anni 60 e 70 il Piper era un'icona, il simbolo romano del movimento beat. L'hanno frequentato davvero tutti: da Gassman a Zeffirelli, da Anna Magnani a Monica Vitti. E fra qualche giorno compirà 50 anni. Il locale, il secondo più antico d'Europa insieme al Cavern di Liverpool, ha infatti aperto il 17 febbraio 1965. Quel giorno, Giancarlo Bornigia e Alberigo Crocetta diedero vita a quello che sarebbe stato per anni il tempio del Beat. La prima serata suonò un complesso "rimediato" da Teddy Reno, che allora era impresario in Inghilterra, e tutta Roma vide, stupefatta, i poster giganti di quattro giovanotti con capelli lunghissimi che invitavano a recarsi al Piper Club, e che si chiamavano The Rokes.

A distanza di 50 anni esatti dalla sua apertura, lo storico locale ha deciso di festeggiare il suo mezzo secolo di storia, con ospiti, amici e immagini uniche. Così il 17 febbraio, per il suo cinquantesimo "compleanno", i figli dei fondatori hanno pensato a un mega party ad ingresso gratuito con otto ore di musica live no stop e poi dj set per ballare sulle note dance degli anni Cinquanta e Sessanta.

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