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Giulia,15 anni, aggredita sull’autobus per aver provato a sventare uno scippo

“Nessun passeggero ha fatto niente. Qualcuno guardava negli occhi mia figlia con l’espressione come a dire mi dispiace ma non ce la faccio a intervenire. Questa è la cosa che fa più male”, racconta il papà di Giulia a Radio Cusano Campus.
A cura di Enrico Tata
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Maurizio, Manuel e ora Giulia. Tre nomi e tre storie tragicamente simili. Il primo è stato aggredito sulla metropolitana per aver chiesto a tre ragazzi di non fumare, mentre il secondo è stato preso a bottigliate per aver rimproverato un uomo che faceva pipì in un parco. Ora si aggiunge la storia di Giulia, 15 anni, picchiata e insultata sull'autobus per aver provato a sventare uno scippo. E' il terzo episodio di violenza a Roma in una sola settimana.

"Era lunedì, attorno alle 13.30. Mia figlia, appena uscita da scuola, era sul 451, linea che fa una tratta tra Quarticciolo e Viale Palmiro Togliatti. L'autobus era stracolmo, c'erano anche tanti ragazzi da poco usciti da scuola. Sull'autobus sono saliti 4 o 5 nomadi, alcuni dalla porta posteriore altri dalla porta anteriore", racconta Nicola, il papà di Giulia, ai microfoni di Radio Cusano Campus.

Il papà: "Nessuno ha aiutato mia figlia"

La ragazzina ha visto due nomadi, un uomo e una donna, che stavano per borseggiare una ragazza girata di spalle. "Tutti hanno visto la scena, ma nessuno ha fatto nulla per avvisare questa ragazza che stava per essere derubata". Giulia ha avuto la "colpa" di alzarsi in piedi, avvicinarsi alla ragazza e ad avvertirla che qualcuno le stava aprendo la borsa. I due borseggiatori si sono voltati di scatto e hanno insultato la quindicenne. Prima le parolacce, poi schiaffi, calci e spinte. Nessuno ha fatto nulla, racconta il papà.

"Qualcuno guardava negli occhi mia figlia con l'espressione come a dire mi dispiace ma non ce la faccio a intervenire. Questa è la cosa che fa più male, è come se ci fossimo abituati a questo clima, c'erano tanti adulti su quell'autobus, nessuno ha mosso un dito o detto una parola. Mia figlia è riuscita a scendere dall'autobus, ha chiamato la mamma e mia moglie le ha suggerito di denunciare il tutto alla polizia. Ha fermato una pattuglia e ha sporto denuncia, anche se le forze dell'ordine si sono lasciate un po' andare, giustamente, hanno detto ‘ma io adesso dove li vado a cercare, è passata mezzora, Roma è grande'".

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