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Chiedono soldi per incassare vincita al Superenalotto, offrendo una ricompensa: arrestati

Un cubano e una peruviana, entrambi con precedenti e senza fissa dimora, sono stati arrestati venerdì a Roma dai carabinieri per una tentata truffa. Avevano chiesto a una donna dei soldi per incassare la vincita del Superenalotto, promettendole una ricompensa. Nella stessa maniera avevano truffato un’altra donna.
A cura di Francesco Loiacono
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Si erano presentati a una donna di 39 anni dello Sri Lanka con in mano un biglietto del Superenalotto, dicendo che fosse quello vincente. Per incassare la vincita, però, un 37enne cubano e una 57enne peruviana avevano bisogno di circa 5mila euro. Poi, una volta incassata la somma milionaria, avrebbero restituito i soldi alla donna promettendole anche una ricca ricompensa in cambio del favore. Scene come questa, avvenuta venerdì pomeriggio vicino a una pizzeria della Capitale, in viale Trastevere, dovrebbero far subito storcere il naso a chi le vive, sospettando che dietro ci sia una truffa. Eppure, forse, se non fosse stato per l'intervento della pizzeria adesso la donna cingalese starebbe piangendo i suoi soldi.

Chiedono soldi per incassare la vincita al Superenalotto: presi truffatori

Già, perché la truffa tentata dalla coppia, e alla fine sventata dai carabinieri, era già riuscita in almeno un'altra occasione. Lo scorso 6 luglio, infatti, sempre gli stessi truffatori, avevano raggirato nella medesima maniera una 43enne filippina, che aveva consegnato loro 2500 euro in contanti e gioielli del valore di circa 3500 euro. Poi, quando si era insospettita, era stata minacciata di morte dai due truffatori, che erano riusciti a far perdere le proprie tracce. La truffa era avvenuta proprio di fronte al proprietario della pizzeria, che per questo, quando ha visto il cubano e la peruviana, si è insospettito e ha chiamato i carabinieri. I militari della stazione di Porta portese sono riusciti a bloccare i due truffatori sequestrando il fantomatico tagliando vincente. Dagli accertamenti è emersa la truffa dello scorso luglio, ma altre potrebbero essere state compiute dai due, entrambi con precedenti e senza fissa dimora, finiti in manette.

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