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Alessandro Mannarino condannato per rissa: un anno e mezzo per il cantautore romano

Il cantante e il fratello, Paolo Mannarino, hanno partecipato a una rissa fuori un locale di Ostia e per questo sono stati condannati oggi dal giudice Clementina Forleo.
A cura di Enrico Tata
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Un anno e mezzo di reclusione (pena sospesa) con l'accusa di rissa e resistenza a pubblico ufficiale. Questa la sentenza dei giudici del tribunale di Roma nei confronti del cantautore romano Alessandro Mannarino per un episodio che risale all'estate del 2014. Il cantante e il fratello, Paolo Mannarino, hanno partecipato a una rissa fuori un locale di Ostia e per questo sono stati condannati oggi dal giudice Clementina Forleo. Paolo è stato assolto dall'accusa di resistenza a pubblico ufficiale e condannato solo al pagamento di una multa di 300 euro per la rissa. Il popolare cantante invece si sarebbe scontrato anche con alcuni agenti intervenuti a sedare il litigio. Un terzo uomo, condannato a pagare una sanzione di 200 euro, aveva scatenato la reazione dei due fratelli pronunciando un commento volgare e offensivo nei confronti della sorella dei due. Poco dopo l'accaduto, Mannarino aveva commentato su Facebook:  “Sto bene. Grazie a chi mi è stato vicino in queste brutte ore. Nessuna rissa, ho difeso i miei affetti da un’aggressione”.

Poi, qualche ora più tardi, aveva raccontato la sua versione dei fatti:

“Stavamo festeggiando il compleanno di mia sorella a Ostia e mi sono allontanato per qualche minuto. Al mio ritorno nel club mi accorgo che era in corso uno screzio tra mio fratello e degli estranei che, oltre ad essersi intrufolati, avevano importunato con proposte oscene mia sorella. Erano già intervenute le forze dell’ordine, sedando in prima battuta gli animi e, mentre parlavo con gli agenti, – quando tutto sembrava ormai essersi risolto – sento le urla della mia ragazza. Mi precipito da lei e nel frangente osservo mio fratello cadere in terra colpito dai pugni sferrati dal branco. Vicino a lui c’era la mia ragazza con il viso grondante di sangue e con una profonda ferita all’occhio. Arrivato finalmente da lei, vengo afferrato, cinto alle spalle e strattonato via. Io ovviamente reagisco non comprendendo immediatamente che si trattasse dello stesso personale di Polizia con il quale stavo parlando poco prima e che mi aveva seguito, anche loro allarmati dalle urla. Cercando inutilmente di divincolarmi, per soccorrere mio fratello e la mia fidanzata, devo aver consumato involontariamente una resistenza a pubblico ufficiale. Ovviamente questo non era nelle mie intenzioni e tanto meno fa parte del mio carattere”, aggiunge il cantante, che conclude: “Sono caduto nel terrore, preso dall’ansia e dall’agitazione per le condizioni di salute di mio fratello e della mia fidanzata. Non mi sono reso conto che dovevo fidarmi dell’operato della Polizia e quindi senza rendermi conto della gravità del mio gesto ho opposto loro resistenza, anche con frasi dettate esclusivamente dall’esagitazione del momento”.

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