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Terremoto, il sindaco di Amatrice attacca: “Governo discute solo di migranti, noi messi da parte”

“Siamo stati messi in disparte dopo la tragedia di Genova e dopo il terremoto di Catania”, attacca il sindaco di Amatrice Filippo Palombini intervistato nel corso della trasmissione ‘Stasera Italia’ di Rete Quattro. Secondo il primo cittadino il governo discute solo di migranti e dimentica le zone terremotate.
A cura di Enrico Tata
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Filippo Palombini
Filippo Palombini

Dopo il crollo del ponte Morandi di Genova e il terremoto di Catania, Amatrice e gli altri paesi del centro Italia colpiti dal terremoto sono stati "messi da parte" dal governo. Questa la pesante accusa mossa dal sindaco di Amatrice Filippo Palombini intervenuto ai microfoni della trasmissione di Rete Quattro "Stasera Italia". "Siamo stati messi in disparte dopo la tragedia di Genova e dopo il terremoto di Catania e noi non possiamo continuare a vivere di decreti che non riguardano direttamente le nostre emergenze", ha dichiarato il primo cittadino del comune del Reatino distrutto dal terremoto del 24 agosto. Insieme ad altri sindaci Palombini è pronto a dimettersi come protesta nei confronti del governo, "che si è dimenticato di noi. La ricostruzione non è mai partita, non possiamo accettarlo”. Non solo: secondo il primo cittadino sostiene che la questione dei migranti sia il primo pensiero del governo gialloverde e uno dei motivi per cui Amatrice e gli altri comuni terremotati sano stati messi da parte.

Il sindaco di Amatrice: "O risposte o ci dimetteremo tutti"

"Se non avranno risposte sulla ricostruzione, tutti i sindaci del cratere marceranno presto uniti e rimetteranno il mandato. Siamo rimasti senza interlocutore e senza guida", aveva dichiarato già ieri Palombini in un'intervista rilasciata al Giornale. "Le leggi ci sono, ma mancano i decreti per renderle operative. Faccio l’esempio del dl 55 del luglio scorso. Il denaro è rimasto bloccato, lo stesso commissario per la Ricostruzione ignorava che servisse un ulteriore passaggio”, spiega. Si riferisce al decreto legge n.55 del 29 maggio 2019 convertito in legge a luglio. Il decreto parla di "ulteriori misure urgenti a favore delle popolazioni dei territori delle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria, interessati dagli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016".

Il commissario Crimi: "Lo Stato c'è e lavora alla ricostruzioni"

Secondo il sottosegretario con delega alla Ricostruzione post terremoto, Vito Crimi, "lo Stato c'è e lavora senza sosta alla ricostruzione. Voglio controllare in prima persona per rendermi conto delle problematiche che ancora permangono. Perciò è fondamentale l'ascolto dei cittadini. Altresì tutte le istituzioni politiche devono essere concentrate sulla ricostruzione, solo con una forte, sincera e disinteressata unita' d'intenti possiamo arrivare a dare conclusione a quanto iniziato". In queste ore Crimi sta visitando Teramo e l'Aquila, mentre negli scorsi giorni si è recato ad Amatrice e ad Accumuli e nelle Marche.

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