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Roma, corruzione nella sanità: arrestati un carabiniere e altre due persone

Sono tre le persone arrestate questa mattina dai carabinieri nell’ambito di una inchiesta della Procura di Roma su casi di corruzione nell’ambito della sanità. Le indagini dei magistrati si stanno concentrando anche su presunti contatti tra uno degli arrestati e il consigliere regionale del M5S Davide Barillari (che non è indagato).
A cura di Valerio Papadia
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Immagine di repertorio
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Un blitz dei carabinieri, effettuato questa mattina, ha portato all'arresto di tre persone nell'ambito di una inchiesta della Procura di Roma su casi di corruzione nell'ambito della sanità: si tratta di un carabiniere, un sindacalista e un commercialista. Le indagini sono partite dopo la denuncia di un imprenditore, membro del cda dell'Istituto Neurotraumatologico Italiano, al quale il militare, in servizio al Nucleo Ispettorato del Lavoro, aveva proposto di assumere un suo amico commercialista, con un compenso annuo di 250mila euro, promettendogli che, se avesse mantenuto la sua parte dell'accordo, la pressione derivante da una inchiesta che vedeva coinvolto l'imprenditore si sarebbe allentata.

Si indaga su contatti tra un arrestato e il consigliere regionale Davide Barillari

Le indagini dei magistrati capitolini si stanno concentrando anche su presunti contatti tra uno degli arrestati, il sindacalista, e il consigliere regionale del M5S Davide Barillari. In una telefonata, il sindacalista informa un suo socio che incontrerà Barillari: secondo l'arrestato, il consigliere regionale, come si legge nell'ordinanza, "avrebbe già pronta la richiesta di commissariamento del gruppo Ini Spa". In un'altra telefonata, il sindacalista riferirebbe direttamente a Barillari di essere pronto a richiedere una ispezione presso alcune cliniche del gruppo Ini Spa, che sarebbero carenti di alcune certificazioni necessarie, in modo da poter poi procedere con il commissariamento.

Nell'inchiesta spunta anche il nome di Fabrizio "Diabolik" Piscitelli

Nell'inchiesta per corruzione spunta anche il nome di Fabrizio Piscitelli, alias Diabolik, il capo ultrà della Lazio ucciso in un agguato a Roma il 7 agosto del 2019. Il nome di Diabolik viene associato a quello di Maurizio Boccacci, leader del gruppo di estrema destra Movimento Politico, che nell'ambito dell'inchiesta ha subito una perquisizione. Uno degli arrestati, sempre il sindacalista, in alcune intercettazioni utilizza la conoscenza di Piscitelli e Boccacci come intimidazione.

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