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Le mani dei Casalesi sull’Agropontino: sequestrati terreni e società per 20 milioni

Blitz questa mattina contro Vincenzo Zangrilo, imprenditore ritenuto vicino al clan dei Casalesi, a cui sono stati sequestrati beni per oltre 20 milioni di euro, secondo la Dia di Roma frutto dell’investimento di denaro proveniente da attività criminali.
A cura di Valerio Renzi
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Blitz questa mattina contro Vincenzo Zangrilo, imprenditore ritenuto vicino al clan dei Casalesi, a cui sono stati sequestrati beni per oltre 20 milioni di euro, secondo la Dia di Roma frutto dell'investimento di denaro proveniente da attività criminali. Su disposizione del tribunale di latina sono stati sequestrati 200 camion, 2 cave di marmo, società, terreni e immobili, tutti riconducibili all'imprenditore in odor di mafia. Zangrillo operava in settori diversi dallo smaltimento di rifiuti, al trasporto merci fino al commercio d'automobili, ma soprattutto era titolare della "Coreno Ausonio", società che commercializzava uno dei tipi di marmo più richiesti sul mercato.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti Zangrillo sarebbe passato dall'attività di fabbro-carrozziere a imprenditore in diversificate attività in solo una manciata di anni. Secondo la Dia di Roma l'espansione economica dell'uomo è da ricondurre agli stretti rapporti con i Casalesi, ma anche alla caratura criminale del personaggio, già incriminato per associazione a delinquere, riciclaggio e traffico internazionale di veicoli. L'operazione odierna è un passo in più nella lotta alla così detta "quarta mafia" sorta in provincia di Latina.

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