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Bambina morta ad Orte: omicidio-suicidio l’ipotesi più accreditata

In provincia di Viterbo, ad Orte Scalo, Stavila Ghenadie, un uomo di 30 anni, sfonda la porta di casa e trova la figlia di quattro mesi morta, la moglie in coma e il figlio di cinque anni in stato confusionale, chiuso nell’armadio.
A cura di Redazione Roma
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Stavila Ghenadie
La moglie di Stavila Ghenadie nel 2015.

Sono le 17 di mercoledì 20 luglio quando Stavila Ghenadie apre la porta di casa in provincia di Viterbo, a via Garibaldi 85 ad Orte Scalo. Lui, un ingegnere trentenne di origini moldave, sta rientrando da casa dopo il lavoro quando trova la sua famiglia sconvolta da un lutto e da quello che, al momento, appare un tentativo di suicidio. L'uomo, che ha dovuto forzare il portone di ingresso per poter accedere al proprio appartamento, ha trovato la figlia di quattro mesi morta nella culla, la moglie in coma e il figlio di cinque anni in stato confusionale, chiuso nell'armadio. L'uomo chiama i soccorsi, ma i medici non possono che certificare lo stato di morte della bambina, mentre il figlio di cinque anni e la donna vengono condotti all'Ospedale Belcolle di Viterbo. Sul caso sta indagando i carabinieri del Reparto operativo di Viterbo e della Compagnia di Civita Castellana coordinati dal pm Franco Pacifici.

Ipotesi omicidio-suicidio

L'ipotesi più accreditata al momento è di omicidio-suicidio. Mauro Conte, Comandante provinciale dei Carabinieri a Viterbo, ha spiegato a Fanpage.it che "L’ipotesi investigativa è di omicidio-suicidio. Siamo in attesa che la mamma possa essere sentita dal Pubblico Ministero per comprendere le motivazioni e la dinamica dell’accaduto. Una prima ipotesi lascia presupporre che la bambina sia morta per annegamento". A convalidare l'ipotesi, al momento, è anche lo stato di salute di Stavila Ghenadie, che soffriva di depressione post-partum e che per tale disturbo sarebbe stata anche in cura.

In attesa dell'autopsia della bambina di 4 mesi

La madre, Mariana Golovataia, che sembra non essere più in pericolo di vita, è ancora in ospedale, tenuta in sedazione ed in stato di fermo. Secondo quanto appreso da Fanpage.it, la piccola sarebbe stata affogata. Il tentato suicidio è stato messo in atto con una dose massiccia di medicinali. La donna, riaperti gli occhi, è stata a lungo interrogata dalle forze dell'ordine di Viterbo, anche se non è chiaro se abbia ammesso il suo attivo coinvolgimento nella morte della figlia. Al momento gli inquirenti non escludono nessuna pista. Tuttavia, risvolti fondamentali per l'indagine possono giungere già nella giornata di venerdì 22 luglio, quando sarà eseguita l'autopsia sulla piccola vittima. Il comandante Conte ha osservato infatti che "domani all’atto dell’autopsia avremo una verità più qualificata per poterci esprimere".

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