Voto di scambio a Ventotene, tra gli indagati anche l’ex sindaco e l’ex assessore
Voto di scambio a Ventotene. Settecentotrenta abitanti, isola e comune più piccolo dell'Italia centrale, era diventata culla di un'associazione illecita che affidava appalti e gare pubbliche a imprese compiacenti. Tutto in cambio di voti alle elezioni. Sono finiti in manette l'ex sindaco, l'ex assessore, l'ex capo area tecnica del comune e due imprenditori locali. Nei loro confronti oggi gli uomini della Guardia di finanza di Latina hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari. Le accuse sono di turbata libertà degli incanti, falsità ideologica e truffa aggravata per l'erogazione di pubbliche forniture e abuso d'ufficio. Tredici gli indagati in tutto. I provvedimenti sono stati firmati dal gip presso il Tribunale di Cassino, Salvatore Scalera, su richiesta del Sostituto Procuratore Roberto Bulgarini.
Come ricostruito nell'ordinanza del gip Scalera, l'organizzazione aveva ideato un sistema illecito per l'affidamento di opere e servizi ad aziende amiche. Le procedure nel mirino degli inquirenti riguardano appalti nell'area del porto nuovo di Ventotene e l'affidamento di servizi legati al turismo. La vittoria negli appalti garantiva ai politici locali la promessa di un voto di scambio nelle competizioni elettorali sull'isola.