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Virginia Raggi blinda Paola Muraro: “Nessun avviso di garanzia, vogliamo vedere le carte”

In una lunga intervista al Corriere della Sera la sindaca di Roma Virginia Raggi risponde alle critiche degli scorsi giorni e alla crisi seguita alle dimissioni dell’assessore al Bilancio, del capo di gabinetto e dei vertici di Atac e Ama. Raggi blinda (per ora) l’assessore Muraro sotto inchiesta, nega le tensioni interne e ribadisce il sostegno di Beppe Grillo.
A cura di Va.Re.
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È un'intervista a tutto campo quella rilasciata oggi da Virginia Raggi al Corriere della Sera dopo giorni di silenzio e mezze dichiarazioni, a seguito delle dimissioni dell'assessore al Bilancio Marcello Minenna, del capo gabinetto Carla Maria Raineri e dei vertici di Atac e Ama. Ma prima di tutto la sindaca interviene sul caso del giorno: l'inchiesta in cui è coinvolta l'assessore all'Ambiente Paola Muraro per il suo ruolo di consultante in Ama. E Raggi, che comparirà oggi con Muraro di fronte alla Commissione antimafia, sceglie di difendere (per ora) il suo assessore: 

Le regole del M5S sono semplici. L’assessore mi ha garantito che non le è arrivato neanche un avviso di garanzia. Prima di giudicare vogliamo vedere le carte. Attualmente posso giudicare solo i fatti che conosco: la città è più pulita e l’Ama si è messa in moto. Se, però, dovessero emergere delle sue responsabilità, non avremmo dubbi su come muoverci.

Difende l'operato della sua maggioranza e rispedisce al mittente le critiche sugli stipendi, affermando di aver avviato una due diligence per verificare i compensi, e sulla crisi rifiuti ("erano mesi che gli impianti Tmb di Rocca Cencia e Salaria erano pieni e rotti. Noi in neanche due mesi li abbiamo svuotati e li stiamo riparando"). Sulle dimissioni di Carla Maria Raineri, che hanno anticipato il parere dell'Anac sugli errori nella nomina, Raggi si assume la responsabilità di quanto accaduto, "assolvendo" il tanto discusso ex collaboratore di Alemanno e Polverini Raffaele Marra:

Io sono un avvocato. Quando in giunta mi è stata sottoposta la delibera di nomina ex art 110 in contrasto con altri pareri che l’avvocatura capitolina mi aveva già fornito in merito alla necessità di ricorrere all’uso dell’articolo 90 per le nomine, ho intuito che qualcosa non andava. Nei giorni seguenti ho continuato ad approfondire la questione e, compatibilmente con i miei nuovi impegni, ho predisposto una richiesta di parere all’Anac

Rassicura poi i romani la sindaca sulla celerità con cui saranno nominati i ruoli rimasti vacanti dopo le dimissioni della scorsa settimana, e se proprio ha qualcosa da rimproverarsi è la mancata collegialità di alcune scelte avvenute in questi primi due mesi di governo: "L’errore è stato quello di non far sentire coinvolti i consiglieri che rappresentano, insieme alla giunta, una parte fondamentale della squadra di governo"

Butta poi acqua sul fuoco sulle tensioni arrivate sui giornali con il mini direttorio e la sua stessa maggioranza, parlando di un "normale confronto", e conferma che rimarrà invariato il ruolo del minidirettorio. E i rapporti con il garante del movimento? "Grillo mi ha mandato un sms ma mi permetta di mantenere il riserbo sul contenuto".

Le nuove nomine: Fantasia ad di Atac, De Dominicis al bilancio

"Stiamo portando quel cambiamento che serve per far ripartire la città. Abbiamo già trovato qualche piccola resistenza ma non ci spaventiamo: lo sapevamo, e andiamo avanti". Così la sindaca Virginia Raggi in un videomessaggio pubblicato su Facebook.

"In poche ore -continua la sindaca – abbiamo nominato un nuovo amministratore unico di ATAC, l’azienda capitolina dei trasporti, si tratta di Manuel Fantasia, che con l’assessore Meleo ha già ripreso in mano le redini dell’azienda. Abbiamo poi nominato il nuovo assessore al Bilancio, anche qui si tratta di una persona di primo rilievo. E’ il procuratore generale della Corte dei Conti Lazio Raffaele De Dominicis. Un magistrato che ha sempre lottato per la legalità e la trasparenza, tra le inchieste più importanti ricordiamo quella su parentopoli, quella su affittopoli, quella sulla quantificazione del danno erariale di Mafia Capitale, nonché il fatto che abbia sollevato questioni di legittimità costituzionale per tutte le leggi che dal 1997 in poi hanno reintrodotto il finanziamento pubblico ai partiti in netto contrasto con il referendum del 1993".

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