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“Vinci tablet al concorso per il miglior selfie”: ma in realtà adescava minorenni online

Li agganciava con la promessa di un telefonino o di un tablet di ultima generazione in cambio di foto, poi ne chiedeva di più spinte. Ma l’adescatore, un giovane di 21 anni è stato bloccato dalla Polizia Postale di Roma. Non è l’unico caso scoperto in questi ultimi mesi.
A cura di Redazione Roma
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"Vinci un tablet o uno smartphone per il miglior selfie" ? Il concorso, complici tag e passaparola virtuale, regalava all'organizzatore una serie infinita di selfie di ragazzini. Una volta ‘agganciati', il gioco era facile: se ne individuava qualcuno e si iniziava il pressing per ottenere foto sempre più spinte. L'autore del vergognoso adescamento online era un un 21enne della provincia di Venezia, con precedenti specifici; a scoprirlo gli investigatori della Polizia Postale Compartimento di Roma. La tecnica del grooming, ovvero ovvero l'adescamento a fini sessuali in danno di vittime minorenni, era semplice e assolutamente efficace: l'adescatore utilizzando diversi profili Facebook, proponeva a minorenni di partecipare a un concorso fotografico basato sui selfie che ritraevano parti specifiche del corpo. La vincitrice si sarebbe aggiudicata uno smartphone o un tablet di ultima generazione. Nel momento in cui le ragazzine accettavano di concorrere, le richieste di foto diventavano sempre più "spinte". In caso di rifiuto delle minori, l'interlocutore minacciava di denunciarle alla polizia, sostenendo che, avendo accettato di partecipare al concorso, non avrebbero più potuto tirarsi indietro.

A un certo punto, qualcuno ha segnalato e i poliziotti si sono sostituiti alle minori per smascherarlo e denunciarlo. Identificati e denunciati anche un uomo di 32 anni della provincia di Prato e un 30enne residente nel cCsertano, entrambi "pizzicati" dopo alcuni servizi ‘undercover'. Il primo è stato individuato a seguito di indagini scaturite dalla denuncia di una mamma che, tra i contatti Facebook della figlia 14enne, aveva notato la presenza di dialoghi a sfondo sessuale intrattenuti con un utente, che si spacciava per coetaneo e che aveva tentato di adescarla chiedendole di incontrarla e di inviare immagini "intime". Il secondo adescatore, su Skype, cercava di convincere una bambina di soli 9 anni ad inviare alcuni selfie in atteggiamenti erotici e di parti intime, chiedendole di coinvolgere la sorellina, ugualmente minore.

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