Hanno abbassato le saracinesche da un giorno all'altr0 gli otto punti vendita della catena Trony nella capitale, lasciando a casa 180 dipendenti senza assicurazioni sul proprio futuro né ammortizzatori sociali. Una crisi occupazionale (l'ennesima nella capitale), che potrebbe concludersi con l‘interessamento del gruppo titolare del marchio Euronics, che avrebbe avanzato un'offerta al curatore fallimentare.
Ora il fallimento del gruppo Edom S.p.a., utilizzatore unico del marchio Trony a Roma, arriva a un nuovo epilogo, con l'arresto questa mattina di tre persone. Custodia cautelare in carcere per l'imprenditore 51enne Alessandro Febbraretti e di un suo collaboratore e commercialista, D.F. 51 anni, mentre una collaboratrice del suddetto professionista è stata posta agli arresti domiciliari. L'accusa è di bancarotta fraudolenta aggravata.
È il risultato dell'indagine ‘Cigno Nero': secondo gli inquirenti dalle casse del gruppo Edom sarebbero stati sottratti 9 milioni di euro. I guai per il gruppo Edom iniziano con un debito di 100 milioni di euro, maturato nei confronti delle casse dello Stato per una maxi evasione fiscale contestata alla società. Per questo nel 2013 Febbraretti era già stato arrestato e condannato in primo grado a tre anni e dieci mesi di carcere.
"Le indagini della Guardia di Finanza – si legge in un comunicato delle fiamme gialle – hanno consentito di svelare il progetto criminoso attuato dai tre indagati i quali, anche dopo essersi spogliati di qualsiasi carica societaria, hanno continuato a programmare e attuare tutte le strategie economico-finanziarie della società, in completa autonomia rispetto agli amministratori formalmente nominati".
