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“Tinto Brass uno sguardo libero”: una mostra a Roma celebra il re dell’eros

Dal 24 febbraio e fino al 23 marzo, al Complesso del Vittoriano la mostra “Tinto Brass: uno sguardo libero”. Una retrospettiva per presentare il regista leggenda del cinema erotico a tutto tondo.
A cura di Va.Re.
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Dal 24 febbraio e fino al 23 marzo, al Complesso del Vittoriano la mostra "Tinto Brass: uno sguardo libero". L'evento, organizzato da Comunicare Organizzando e curato da Caterina Varzi e Andrea De Stefano, con il patrocinio di Roma Capitale e lla collaborazione di Istituto Luce-Cinecitta', Rai Teche e Acea, ripercorre la carriera del re del cinema erotico.

La mostra presenta gli aspetti meno noti di Brass, la dedizione al montaggio e l'impegno teatrale, il rapporto professionale e di amicizia con i grandi del cinema italiano e internazionale. Foto di scena e lettere inedite, le sceneggiature originali e i manifesti dei film.

L'obiettivo dell'esposizione è presentare nella sua complessità la figura del regista, sperimentatore, provocatore e protagonista degli ultimi trent'anni di cinema europeo. Di particolare pregio le foto di Gianfranco Salis, a lungo frequentatore dei set di Brass tra Action (1980) e Hotel Courbet (2009). Per la prima volta esposte le tavole originali dello storyboard realizzato da Guido Crepax per il film Col cuore in gola.

Classe 1933, Tinto Brass nasce a Milano nel 1933 ma cresce a Venezia. Alla fine degli anni '50, a causa dei continui scontri con la famiglia, si trasferisce a Parigi, dove comincia a interessarsi e a studiare cinema e fotografia. Qui si confronta con figure del calibro di Francois Truffaut, Jean-Luc Godard, Jacques Rivette, Claude Chabrol e E'ric Rohmer. Nello stesso periodo come montatore nasce il suo sodalizio con Roberto Rossellini, in particolare nei film L'India e Il Generale Della Rovere.

All'esordio cinematografico i primi problemi con la censura: nel 1963 presenta Venezia Chi lavora è perduto, critica del lavoro alienato. Da qui comincia la collaborazione con Dino De Laurentis e anche con Umberto Eco, con la realizzazione per quest'ultimo di due cortometraggi sul tema del lavoro. Da qui in poi Tinto Brass sperimenterà generi diversi il giallo, il western, la commedia come regista e non solo.

Negli anni '80 la grande svolta che lo consacra tra i grandi: il cinema erotico, tra trasgressione e libertà. E sono titoli come La Chiave, Capriccio, Paprika e Monella che Tinto Brass entra nel pantheon del cinema mondiale. Il Lido di Venezia nel 2009 dedica al regista una retrospettiva tra le pellicole sperimentali e quelle più note al grande pubblico.

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