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Terremoto, un dossier riservato svela le irregolarità: adeguamenti sismici mai effettuati

All’attenzione dei magistrati che indagano sui crolli seguiti al terremoto, ci sarebbe un dossier su lavori di ristrutturazione e adeguamento sismico su 21 edifici pubblici di Amatrice e Accumoli, poi crollati o gravemente lesionati a causa del sisma. Elemento che avvalora l’ipotesi che i lavori non siano stati eseguiti a dovere.
A cura di Francesco Loiacono
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Nell'indagine aperta dalla procura di Rieti sul disastroso sisma dello scorso 24 agosto, un elemento determinante potrebbe essere un dossier su alcuni lavori di ristrutturazione e adeguamento sismico degli edifici pubblici di Amatrice e Accumoli, due paesini del reatino tra i più colpiti dal terremoto. Lavori disposti dopo il terremoto in Umbria del 1997, per i quali sono stati stanziati 2 milioni e 300mila euro di soldi pubblici ma che, evidentemente, non devono essere stati svolti a dovere, se è vero che molti di quegli edifici oggetto di interventi sono crollati o sono rimasti gravemente danneggiati dal sisma.

A parlare di questo dossier riservato, che elenca nel dettaglio 21 appalti, è il "Corriere della sera". Tra gli esempi più eclatanti che dimostrerebbero – il condizionale è d'obbligo visto che l'inchiesta è agli esordi – come alcuni certificati sulla messa a norma degli edifici siano stati falsificati, c'è la Torre Civica di Accumoli. Un edificio storico del XIIesimo secolo che, secondo due collaudi effettuati a ottobre del 2012 e a maggio 2013 dopo lavori di ristrutturazione costati 90mila euro, aveva ottenuto il via libera. Ma che poi è stato gravemente lesionato dalle scosse della notte del 24 agosto.

Per i lavori antisismici del campanile di Accumoli spesi 509 euro

Ma altri esempi non mancano: riguardano la caserma dei carabinieri di Accumoli (150mila euro di lavori) e soprattutto la chiesa parrocchiale del paesino, con annesso campanile, oggetto di lavori per 116mila euro. Proprio quel campanile che, sbriciolandosi, ha ucciso quattro persone: un'intera famiglia distrutta. Un dettaglio, riportato dal quotidiano "La Repubblica", appare adesso eclatante in tutta la sua drammaticità: per i lavori di adeguamento antisismico del campanile furono spesi soltanto 509 euro. Lo afferma la ditta che si aggiudicò i lavori, la Steta di Stefano Cricchi, uno dei figli dell'imprenditore reatino Carlo, che ha ottenuto lavori anche a L’Aquila. Secondo il responsabile della ditta, nel capitolato dell'appalto i lavori antisismici consistevano nell'inserire "nella muratura 33 euro di ferro, praticamente una sola barra, e di fare alcuni fori da riempire non con il cemento, ma con la calce". Se così fosse è evidente che l'attenzione dei magistrati si dovrà spostare su chi ha chiesto questo tipo di lavori e su chi poi li ha certificati.

Nel mirino dei magistrati anche edifici privati

Il dossier citato dal Corriere ha un pregio: contiene nomi, cognomi e riferimenti di chi effettuò i lavori. Sarà proprio a loro che i magistrati che indagano sui crolli seguiti al terremoto, coordinati dal procuratore di Rieti Giuseppe Saieva, chiederanno conto degli interventi eseguiti e delle tipologie di collaudo effettuate.

Non ci sono comunque soltanto edifici pubblici – uno dei più citati in questi giorni è la scuola di Amatrice recentemente ristrutturata – nella lista dei magistrati. I pm dovranno verificare anche le segnalazioni di quei cittadini che, dopo aver acquistato case certificate contro il rischio sismico, hanno visto il tetto della propria abitazione crollare sulla propria testa. Nel mirino ci sono pertanto i cosiddetti "ancoraggi": per verificare se vi sia stato dolo all'atto della compravendita si dovranno confrontare gli atti con quelli registrati nei Comuni.

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