13 CONDIVISIONI

Subì una trasfusione con sangue infetto: risarcito con 150mila euro

Stando a quanto stabilito dai giudici, l’uomo, un 75enne di Cisterna, sarebbe stato infettato a causa di alcune trasfusioni praticate nel 1982 all’ospedale di Cori, Latina. Per questo sarà risarcito dal ministero della Salute.
A cura di Enrico Tata
13 CONDIVISIONI
Immagine

Cinque anni fa scoprì di essere positivo al virus dell'epatite C. Stando a quanto stabilito dai giudici, l'uomo, un 75enne di Cisterna, sarebbe stato infettato a causa di alcune trasfusioni praticate nel 1982 all'ospedale di Cori, Latina. Per questo il ministero della Salute lo risarcirà con 150mila euro, somma che si aggiunge all'assegno vitalizio mensile che l'anziano già percepisce dal 2013.

La nuova sentenza gli concede il nuovo indennizzo riconoscendo che, molto probabilmente, il sangue della trasfusione di Cori, proveniente da Latina, era infetto. Nonostante il test del virus dell'epatite C fu reso obbligatorio solo nel 1989, e quindi anni dopo le trasfusioni sospette subite dal paziente, i giudici hanno accolto la tesi dell'avvocato del 75enne secondo cui già nel 1982 esistevano dei metodi per la rilevazione indiretta del virus. “Se tutto ciò fosse stato effettivamente fatto e controllato dai sanitari del PO di Cori all'epoca della trasfusioni del 1982, l'uomo di Cisterna non sarebbe stato infettato quando aveva solo 40anni. Quella di oggi è una delle tante decine di sentenze che riguardano la sanità pontina sul periodo, fortunatamente trascorso, del "Scandalo del sangue infetto" che va ad inserirsi nelle migliaia in Italia”, spiega l'avvocato.

13 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views