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“Sindaca e staff sapevano delle intercettazioni”. Raggi in procura dopo le feste

Virginia Raggi e il suo staff sapevano che erano in corso intercettazioni ambientali. Questo il sospetto della procura, che dopo le feste chiamerà la sindaca per riferire sulle nomine su cui si è espressa l’Anac: rimane da capire se da persona informata dei fatti o se dopo la notifica di un avviso di garanzia.
A cura di Valerio Renzi
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Ricordate quel curioso scatto che vedeva la sindaca Virginia Raggi sul tetto del Campidoglio con l'ormai ex caposegreteria Salvatore Romeo? Da quanto si apprende la sindaca e il suo staff avrebbero saputo che erano in corso intercettazioni, anche ambientali, tanto da spingerli a recarsi in luoghi quanto più inaccessibili possibile per svolgere le conversazioni più delicate. Questo è il sospetto che aleggia nei corridoi della Procura di Roma: Raggi e i suoi fedelissimi sapevano che erano in corso delle indagini. Ma chi li ha avvertiti?

Forse anche questo chiederanno gli inquirenti quando convocheranno la sindaca a comparire dopo le feste, forse già il 9 gennaio. Quello che rimane da chiarire è se, quando le carte dell'Anac sulle nomine di questi primi sei mesi a 5 stelle in Campidoglio arriveranno nelle mani dei magistrati, la sindaca sarà chiamata semplicemente come persona informata dei fatti o come indagata.

"Se la Procura mi chiama sono pronta ad andare", ha detto ieri Raggi. L'ipotesi di reato nei suoi confronti potrebbe essere quella di concorso in abuso d'ufficio per conflitto d'interessi, in relazione alla nomina di Renato Marra, fratello del fedelissimo Raffaele finito in manette per corruzione, alla direzione del Turismo.

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