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Sentenza Mafia Capitale, in aula anche la sindaca Virginia Raggi: “Hanno ucciso Roma”

“Questa associazione criminale era in grado di condizionare pesantemente le scelte politiche di questa città, ora il nostro compito è andare avanti nel solco della legalità”, ha detto la sindaca Raggi a margine della lettura della sentenza.
A cura di Enrico Tata
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Nell'aula bunker del carcere romano di Rebibbia è arrivata anche la sindaca di Roma Virginia Raggi. "È un momento importante per la città e i cittadini", ha detto la sindaca in attesa della sentenza sul processo a Mafia Capitale che i giudici, riuniti da questa mattina in camera di consiglio, hanno pronunciato intorno alle 13. Raggi è arrivata a Rebibbia intorno alle 12 e 30.

Mafia Capitale, la sindaca Virginia Raggi commenta la sentenza

"Ringraziamo la procura, i giudici, le forze dell'ordine e chi ha collaborato a questo processo. Questa è una ferita molto profonda per Roma, i cittadini della Capitale lo sanno bene. Dobbiamo ricucire questa ferita attraverso un percorso di legalità. Questa associazione criminale era in grado di condizionare pesantemente le scelte politiche di questa città, ora il nostro compito è andare avanti nel solco della legalità", ha detto la sindaca Raggi a margine della lettura della sentenza.

Il post su Facebook della sindaca

"Hanno ucciso Roma, hanno mortificato la dignità dei cittadini e generato un immenso danno d'immagine all’Italia intera. Tutto ciò non sarebbe stato possibile senza il contributo determinante di una classe politica compiacente, a volte addirittura asservita a questi delinquenti. E oggi è la vittoria dei cittadini, della società civile e della legalità sulla criminalità, sul malaffare e sulla vecchia politica.

I numeri dell’inchiesta sul cosiddetto “Mondo di Mezzo” sono impressionanti: 230 indagati, 227 udienze, 10milioni di pagine di atti giudiziari, 19mila intercettazioni sottoposte a perizie, e innumerevoli beni sequestrati. E poi le accuse: estorsione, usura, turbativa d’asta, corruzione, riciclaggio, criminalità organizzata. Quel mix esplosivo che tutti conoscono col nome di Mafia Capitale che ha abusato e devastato la nostra città".

I giudici della decima sezione penale del Tribunale di Roma hanno condannato i due maggiori imputatiMassimo Carminati e Salvatore Buzzi, rispettivamente a 20 anni e a 19 anni di reclusione. L'aggravante di associazione mafiosa è caduta per tutti i diciannove imputati, tra cui l'ex Nar e l'ex ras delle Cooperative, a cui era contestato tale reato. Per i giudici quelle di Buzzi e Carminati erano due associazioni a delinquere, ma non di stampo mafioso come quelle descritte dall'articolo 416 bis del Codice penale. La procura di Roma aveva chiesto complessivamente una condanna a mezzo secolo di carcere per i 44 imputati al processo di Mafia Capitale, mentre la corte ne ha concessi complessivamente circa 250, praticamente la metà.

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