Roma, uccise giovane per la musica troppo alta: condanna a 14 anni
Era il 14 febbraio del 2014, la notte del giorno di San Valentino, quando in via Garibaldi, zona Trastevere, Carlo Macro, romano di 33 anni, morì colpito a morte da un lungo cacciavite piantato in pieno petto. Accusato di omicidio volontario, aggravato dai futili motivi, un cittadino di nazionalità indiana Joseph White Klifford, 58 anni, che oggi è stato condannato dalla prime corte d'assise di Roma a 14 anni di reclusione. Ma qual'è stata la colpa di Carlo Macro? La musica troppa alta che il giovane stava ascoltando in macchina in compagnia del fratello, proprio vicino alla roulotte dove dimorava Klifford.
Come raccontato durante le udienze del processo dal fratello maggiore del ragazzo ucciso, non avevano idea che nella roulotte, apparentemente abbandonata dimorasse qualcuno. Così non si erano fatti problemi a lasciare l'autoradio a tutto volume. Conosciuto dagli abitanti di Trastevere, si recava spesso alla mensa Caritas, come una persona mite, Klifford dimorava da diverso tempo nella roulotte all'interno di un progetto di solidarietà e accoglienza. Al momento della lettura della sentenza diversi famigliari della vittima hanno manifestato ad alta voce la rabbia per una pena che considererebbero troppo mite.