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Roma, truffa i risparmiatori per oltre due milioni di euro con false polizze assicurative

Una maxi truffa da oltre due milioni di euro è stata scoperta dagli uomini della guardia di finanza di Roma. Vittime centinaia di ignari risparmiatori, che hanno stipulato delle redditizie polizze assicurative, poi rivelatesi false, proposte loro da un ex consulente finanziario. Sequestrati beni immobili per 400mila euro intestati ai famigliari compiacenti del truffatore.
A cura di Francesco Loiacono
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Proponeva ai suoi clienti di stipulare delle polizze assicurative redditizie, poi rivelatesi però false. Con questo meccanismo un ex consulente finanziario, M.M., avrebbe truffato decine di ignari risparmiatori per oltre due milioni di euro. La guardia di finanza di Roma, nell'ambito di un'operazione denominata "Lost Faith", ha sequestrato beni immobili del valore di circa 400mila a due famigliari del truffatore, accusati adesso di riciclaggio. L'ex consulente finanziario avrebbe infatti cercato di occultare parte dei proventi della sua maxi truffa proprio mediante l’utilizzo di conti correnti dei due familiari compiacenti. I 400mila euro, equivalenti al valore degli immobili residenziali sequestrati nella Capitale, sono pari proprio alla parte dei proventi illeciti che il consulente truffaldino avrebbe cercato di nascondere.

Il meccanismo della truffa

Le indagini delle Fiamme gialle erano partite dopo la denuncia di alcuni dei risparmiatori truffati, che si erano insospettiti quando avevano incontrato una certa resistenza alla restituzione delle somme versate da parte del loro consulente. L'uomo aveva fatto leva sulla sua qualifica professionale, nonché sulla fiducia di cui godeva presso alcuni clienti, per indurli a stipulare oltre cento false polizze assicurative per un valore complessivo di più di 2 milioni di euro. Il truffatore prospettava allettanti tassi di interesse: secondo un classico schema truffaldino (una sorta di catena di Sant'Antonio, quello che in America è definito lo "schema Ponzi"), i rendimenti dei primi investitori venivano inizialmente garantiti grazie all’incasso delle quote pagate dai nuovi e inconsapevoli clienti dell'uomo. I soldi in realtà non venivano investiti, ma erano destinati al personale profitto del truffatore.

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