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Roma, nella palazzina occupata palestra, sauna e studios: nessuno pagava la luce

Un’intera palazzina occupata di Dragoncello, frazione di Roma, era allacciata abusivamente alla correte elettrica. All’interno erano state avviate una palestra con sauna e degli studios cinematografici indipendenti. Il contatore abusivo veniva azionato tramite un telecomando: il danno stimato alle casse dell’area è di 112mila euro. Sette le persone arrestate.
A cura di Francesco Loiacono
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Una palestra con tanto di sauna, gli studios di una piccola casa di produzione cinematografica indipendente nonché diversi alloggi. Tutto era ospitato abusivamente all'interno di una palazzina in via Ruspoli a Dragoncello, frazione di Roma, un tempo di proprietà dell’Inpdap e dell’Inps e poi abbandonata.

I carabinieri della compagnia di Roma Ostia già da tempo tenevano sotto osservazione lo stabile: nell’agosto 2016 avevano identificato 20 persone, denunciandole per l’occupazione abusiva dell’immobile pubblico e in due casi perché si erano allacciate a un contatore esterno. Negli ultimi giorni i controlli si sono indirizzati verso le attività commerciali abusivamente avviate nello stabile: al pianterreno e al primo piano dell’immobile era ormai da tempo aperta un’avviata palestra, con varie sale pesi e fitness, spogliatoi e persino la sauna. Al quinto piano invece erano stati anche aperti gli studios di proprietà di un attore e produttore noto sui social e sulla rete. Tutti, però, operavano ai danni dell'Erario: erano allacciati infatti abusivamente alla rete elettrica mediante un contatore nascosto dietro una parete in un seminterrato.

Il contatore abusivo era azionato con un radiocomando

La scoperta del contatore abusivo risale allo scorso 16 febbraio: i tecnici dell'Acea (municipalizzata che gestisce le forniture elettriche), indirizzati dai carabinieri, lo hanno trovato nascosto dietro una parete in compensato nel seminterrato della palestra. Al contatore erano allacciati i vari cavi che servivano i diversi piani della palazzina. Il meccanismo ideato dagli occupanti della palazzina era ingegnoso: al contatore era stato infatti agganciato un radiocomando, attivato a distanza dal proprietario della palestra. In questa maniera l’erogazione di energia elettrica poteva essere disattivata in remoto al momento dei controlli, che andavano quindi tutti a vuoto.

In altre circostanze però, i tecnici non erano riusciti a provare il collegamento tra quel contatore e la rete pubblica. Ieri, invece, i tecnici hanno scoperto che un'intera cabina pubblica dell'Acea era stata murata alla palazzina, completamente rivestita da una parete in cartongesso per dissimularla con il resto del'edificio. Dalla cabina era stato creato l’allaccio abusivo indirizzato al contatore radiocomandato, che consentiva di prelevare energia, a scelta, in maniera lecita contabilizzata o completamente illecita.

Per l'Acea un danno di 112mila euro

Il proprietario della palestra, che aveva la disponibilità del telecomando, evadeva la maggior parte della spesa per l’energia elettrica e riforniva anche agli altri occupanti. Il danno stimato dall'Acea è di circa 112mila euro. Sette persone, tra quelle trovate ad occupare i vari piani, sono state arrestate per furto aggravato. Solo gli occupanti del quarto piano, l'unico che non disponeva della corrente "rubata", hanno evitato le manette. Gli allacci e il contatore abusivi sono poi stati messi in sicurezza da parte dei tecnici, dal momento che i lavori realizzati sulla rete rischiavano anche di compromettere la sicurezza del palazzo e delle aree vicine, aumentando il rischio di incendi e cortocircuiti accidentali.

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