Roma, muore all’ottavo mese di gravidanza: 9 medici accusati di omicidio colposo
Era l'8 dicembre del 2013 quando Maria Luisa Gomez, cittadina di origini filippine di 47 anni, moriva in una stanza dell'ospedale Sant'Eugenio di Roma all'ottavo mese di gravidanza. Il corpo della donna al momento del decesso era invaso dagli acidi biliari, durante l'operazione per tentare di salvarla morì anche il bimbo che portava in grembo. Secondo il pm di Elena Neri, come riporta il Corriere, la morte della donna fu dovuta ad una lunga serie di omissioni dei medici che l'avevano in cura, arrivando a formalizzare precise accuse nei confronti di 9 medici del reparto di ginecologia del Sant'Eugenio, che ora potrebbero finire a processo per il reato di omicidio colposo.
Il 2 dicembre la donna arrivò in ospedale denunciando fortissimi pruriti dovuti a delle bolle esplosegli all'improvviso su diverse parti del corpo. Mancando poche decine di giorni al parto la 47enne aveva deciso così di non correre rischi e di capire a cosa fossero dovute quelle esplosioni cutanee così invasive e dolorose. Ma secondo l'accusa i medici avrebbero sottovalutato quelle bolle, non andando a fondo nelle analisi per scoprirne le cause ma quel che è peggio non analizzando a fondo gli esami svolti, dai quali emergevano chiaramente valori fuori dal normale che avrebbero dovuto far balzare agli occhi dei medici il problema. Inoltre per la pm i medici non avrebbero monitorato accuratamente lo stato di salute del feto.