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Roma, operazione antimafia, arresti e perquisizioni: indagato Alemanno

Maxi operazione antimafia nella Capitale. Trentasette persone hanno ricevuto un avviso di garanzia per associazione a delinquere di stampo mafioso, tra loro anche l’ex sindaco Gianni Alemanno che dichiara: “Ne uscirà a testa alta”. Indagato l’assessore Daniele Ozzimo: “Mi dimetto”. Perquisizioni in Campidoglio e in Regione, indagati Pdl e Pd. In manette anche il “nero” di Romanzo Criminale Massimo Carminati e l’ex braccio destro di Alemanno, Riccardo Mancini.
A cura di Valerio Renzi
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La "tempesta perfetta" che fanpage aveva previsto alla fine è arrivata. Trentasette persone hanno ricevuto questa mattina un avviso di garanzia per associazione a delinquere di stampo mafioso. In manette è finito "l'ultimo re di Roma" Massimo Carminati e Riccardo Mancini, l'ex ad di Ente Eur braccio destro di Gianni Alemanno. Indagato anche l'ex sindaco che ha visto anche perquisita la sua abitazione. L'inchiesta è coordinata dal procuratore capo Giuseppe Pignatone, coadiuvato dall'aggiunto Michele Prestipino e dai sostituto Paolo Ielo e Giuseppe Cascini e Luca Tescaroli.

Gianni Alemanno ha dichiarato: "Chi mi conosce bene sa che organizzazioni mafiose e criminali di ogni genere io le ho sempre condannate a viso aperto e senza indulgenze. Dimostrerò la mia totale estraneità ad ogni addebito e da questa incredibile vicenda ne uscirà a testa alta". Alemanno ha poi ribadito la sua fiducia nel lavoro della magistratura.

Indagato anche l'assessore alla casa Daniele Ozzimo che annuncia: "Mi dimetto". Il sindaco Marino: “Siamo fiduciosi nel lavoro della magistratura, questa amministrazione è stata sempre orgogliosa di collaborare con la giustizia. Anche in questa circostanza ci auguriamo sia fatta piena luce su una vicenda inquietante e che sta facendo emergere l’esistenza di un sistema diffuso di illegalità ai danni della città", e sulle dimissioni di Ozzimo il primo cittadino commenta così "una decisione che rispetto, che dimostra grande senso di responsabilità e attenzione per Roma, quella stessa attenzione che ha caratterizzato anche in questi mesi il suo lavoro in Campidoglio. Siamo altresì convinti che Daniele Ozzimo saprà nei prossimi giorni fornire tutti gli elementi utili a chiarire la sua posizione”.

Tra carcere e domiciliari sono 37 le persone arrestate, tra loro figurano l'ex numero uno di Ama dell'epoca Alemanno Franco Panzironi e il l'ex capo di gabinetto di Walter Veltroni Luca Odevaine. A figurare anche nomi grossi delle coop rosse romane: uno su tutti Salvatore Buzzi, presidente della Cooperativa 29 giugno; tra gli arrestati figura anche Mario Schina della cooperativa "Un percorso". Il loro coinvolgimento riguarderebbe l'assegnazione degli appalti per i centri di accoglienza durante "l'emergenza Nord-Africa". C'è poi il "nero" Fabio Gaudenzi ex rapinatore e militante di estrema destra.

L'indagine, venuta allo scoperto questa mattina non solo cambierà il volto della mala romana, tra i colletti bianchi e la strada, portando alla luce i perversi intrecci tra politica e criminalità organizzata. Tra gli indagati troviamo anche diversi esponenti dei clan della mala di Ostia e diversi politici. In questo momento gli agenti stanno perquisendo gli uffici di diversi politici che risultano indagati; si tratta del consigliere regionale del Pd Eugenio Patanè e quelli del Pdl Luca Gramazio, in Campidoglio ad essere passate al setaccio sono le stanze del democratico Mirko Coratti, presidente dell'assemblea capitolina. L'inchiesta denominata "Mondo di Mezzo" ha preso il via nel 2010 per volontà dello scomparso procuratore Pietro Saviotti, che affidò l'inchiesta nella mani dei Ros. Più gli inquirenti scavavano più l'intreccio che Saviotti aveva intuito si dimostrava ramificato e potente. In grado di dirottare appalti e denaro pubblico, di riscuotere favori e ordinare a politici e imprenditori il proprio volere.

Al centro di un holding criminale Massimo Carminati, ex Nar ed ex Banda della Magliana

Per gli inquirenti gli indagati avrebbero costituito una vera e propria holding criminale dedita a estorsione, usura, corruzione, turbativa d'asta, false fatturazioni, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio. Al centro del bandolo della matassa Carminati, il "nero" di Romanzo Criminale, detto il Cecato per quella benda che nasconde l'occhio perso durante un conflitto a fuoco. Anello di congiunzione tra la Banda della Magliana e l'eversione di destra prima, ora snodo principale di un complesso intreccio di rapporti tra criminalità, politica, affari ed ex camerati. Non è forse un caso che Carminati è stato preso nell'abitazione di Marco Iannilli, commercialista romano già arrestato e condannato in primo grado per la truffa Fastweb e Telecom Sparkle messa su da Gennaro Mokbel (che risulta indagato) e nel caso Enav. Da tempo gli inquirenti sospettavano che dietro Iannilli ci fosse proprio il Cecato che usava il faccendiere per svolgere i propri affari.

Si dimette anche Coratti. Il presidente dell'assemblea capitolina, si è dimesso dall'incarico, "per correttezza verso la città e verso l'amministrazione comunale" dichiarandosi, tuttavia, "totalmente estraneo a quanto emerge in queste ore dalle indagini". Coratti esprime "piena fiducia nel lavoro della magistratura" e si dice "certo che dalle inchieste emergerà la mia totale estraneità ai fatti contestati".

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