400 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Roma, domani riaprono le scuole ma è a rischio il diritto allo studio per i bambini rom

Per la prima volta dopo 22 anni il servizio di scolarizzazione per i bambini rom non partirà assieme all’avvio dell’anno scolastico. Tutti dicono che vogliono chiudere il sistema dei campi, ma intanto a chiudere sono solo i servizi che provano a garantire l’integrazione, seguendo i bambini lungo tutta la scuola dell’obbligo. L’assessore Rossi Doria promette di mettere le cose apposto ma le associazioni protestano.
A cura di Valerio Renzi
400 CONDIVISIONI
Immagine

Chi sta pagando gli effetti di mafia capitale? Ad ora tra le vittime dell'inchiesta che ho scoperchiato il verminaio di rapporti tra criminalità organizzata, economia legale e politica, possiamo annoverare anche i bambini e le bambine che vivono nei campi rom. Domani riapriranno le scuole nella Capitale ma non sarà riattivato il servizio di scolarizzazione che da vent'anni, non solo si occupa di trasportare i bambini dai campi agli istituti, ma li segue in tutto il loro percorso nella scuola dell'obbligo. E se tutti annunciano la volontà e la necessità di mettere fine al sistema dei campi, veri e propri ghetti etnici la cui condizione viene denunciata dalle associazioni per i diritti umani e per i quali l'Italia ha anche subito una condanna formale da Strasburgo, intanto si chiudono i servizi che in questi anni hanno provato a garantire l'accesso ai diritti minimi, come la scuola per i minori e una via d'uscita e di emancipazione dai campi, come appunto la scuola.

Ora il servizio di scolarizzazione è rientrato in un super appalto in global service da 250 milioni di euro, dentro il quale troviamo la manutenzione del verde e degli edifici scolastici, il servizio di mensa e anche il “trasporto straordinario”, come appunto quello dai campi alle scuole. Il bando però è stato bloccato da un ricorso al Tar e, mentre il comune è andato in deroga per tutti i servizi, indispensabili per la ripartenza dell'anno scolastico, questo non vale per i bambini rom. Perché? Perché a quanto pare qualsiasi cosa abbia a che fare con i campi rom è “attenzionato”. Peccato che nessuna delle associazioni coinvolte nei servizi di scolarizzazione sia stata sfiorata dall'inchiesta sul mondo di mezzo.

L'assessore Marco Rossi Doria, con un lungo post su Facebook, ha ribadito la volontà dell'amministrazione di risolvere la questione ma “voglio ripeterlo: c'è la piena volontà politica di superare le presenti difficoltà in modo strutturale! Stiamo lavorando – gli assessori Danese, Sabella e io – ogni giorno per giungere ad una buona conclusione della vicenda nel segno di una soluzione che tuteli i bambini e i lavoratori impegnati in modo più strutturato che in passato, garantendo nel tempo questo essenziale servizio sul territorio romano. Eventuali rallentamenti e criticità, dunque, non derivano da una sottovalutazione del diritto allo studio o dell'importanza di questo servizio! Sono dovuti alla necessità di rispettare le norme che regolano gli appalti pubblici e la loro inderogabile tempistica. Il Comune di Roma e questa Giunta non intendono infatti prescindere dall’utilizzo di procedure ad evidenza pubblica nel rispetto della legge”.

“Non vogliamo in nessun modo andare in deroga alle regole – dichiara Valerio Tursi, presidente dell'Arci Solidarietà – chiediamo solo che venga salvaguardato un diritto, che riguarda tra le altre cose dei minori e nella più completa legalità seguendo le norme del codice degli appalti che consente di garantire il servizio in attesa di un nuovo bando. Ci preme sottolineare poi che per questo tipo di servizi c'è sempre stata una gara di evidenza pubblica e mai l'assegnazione diretta. Perché le malefatte di politici e imprenditori del sociale devono ricascare sugli operatori da in prima fila sul fronte dell'integrazione, ma sopratutto sui bambini e i loro diritti, già vittime del sistema di mafia capitale?”.

Le associazioni sottolineano come il servizio di scolarizzazione coinvolga anche in qualità di mediatori e operatori anche decine di cittadini rom che abitano nei campi e che rischiano ora di ritrovarsi senza lavoro. Quel che certo, intanto che si trovi una soluzione, è che domani al suono della prima campanella alcuni banchi rischiano di rimanere vuoti.

400 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views