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Roma, bambini dell’asilo legati alla sedie e insultati: condannate tre maestre

Sono state condannate le tre maestre sotto processo dallo scorso aprile per i maltrattamenti e gli insulti a cui sottoponevano i bambini di cui avrebbero dovuto avere cura in un asilo nido comunale di Roma nel quartiere Aurelio. Ad incastrarle le immagini di alcune telecamere nascoste dagli inquirenti dopo la denuncia di alcune colleghe.
A cura di Valerio Renzi
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Sono state condannate tre maestre dell'asilo nido comunale "Il nido nel Parco" di via Francesco Scaduto al quartiere Aurelio, accusate di aver maltrattato i bambini affidati alle loro cure e al loro insegnamento. Si tratta di Manuela Giuliani, sessant'anni agli arresti domiciliari dallo scorso aprile, condannata a tre anni e quattro mesi, e di Maria Caterina Melis e Maria Rosari Finotti, già sospese dall'insegnamento e ora condannate a due anni e due mesi di reclusione.

La condanna, arrivata con il rito abbreviato, è stata emessa dal gup Paola Della Monica che ha contestualmente rifiutato la richiesta di risarcimento avanza da Roma Capitale, costituitasi parte civile, mentre ha rimandato in sede civile la richiesta di risarcimento da parte dei genitori dei bambini che hanno denunciato gli abusi. Il comportamento delle tre insegnanti viene denunciato lo scorso febbraio da alcune supplenti, preoccupate dai comportamenti delle colleghe nei confronti dei bimbi di un'età compresa tra i quattordici mesi e i due anni.

Ad inchiodare le insegnanti le immagini raccolte dagli inquirenti grazie a delle telecamere nascoste. Nei filmati le urla e gli insulti delle donne: "Se non mangi ti faccio nero!","Toglimelo di mezzo che altrimenti oggi faccio qualche danno" O ancora: "Merdosa!", ringhia un'educatrice contro una bambina. Poi si vedono i piccoli legati a sedie e carrozzine e scene in cui le maestre costringono i bambini a mangiare infilandogli il cucchiaino e il cibo in bocca.

Marco Maria Monaca, il legale difensore di Manuela Giuliani, ha così commentato la sentenza: "Ci lascia l'amaro in bocca perché a ben vedere la vicenda andrebbe inquadrata come un abuso dei mezzi di correzione piuttosto che come un caso di maltrattamenti. Spero che la corte d'appello attribuisca ai fatti la corretta qualificazione giuridica. Per il resto sono soddisfatto che il gup abbia bocciato la richiesta di risarcimento avanzata dal Comune di Roma"

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