Olimpiadi sì, olimpiadi no. La candidatura di Roma ad ospitare la rassegna iridata del 2024 sta diventando un romanzo d'appendice. Sui giornali si rincorrono indiscrezioni e report parziali delle trattative che corrono tra Palazzo Chigi, il Coni e il Campidoglio. I grillini divisi in fazioni: da una parte chi è possibilista, dall'altra l'ala oltranzista che sarebbe rappresentata dalla Casaleggio e da Alessandro Di Battista. Ma gli schieramenti sono mobili e a fidarsi troppo delle indiscrezioni raccolte c'è da prendere fischi per fiaschi. I messaggi che arrivano dalla sindaca sono contraddittori: ieri ha incontrato in Campidoglio gli atleti paraolimpici in partenza per Rio e accompagnati da Luca Pancalli, membro del Comitato Roma 2024, dando un segnale di distensione, il giorno prima dal palco della festa de il Fatto Quotidiano aveva premuto l'acceleratore sulle ragioni del no.
Quello che nessuno ha fatto notare è la scarsa trasparenza del dibattito in corso. La posizione in campagna elettorale di Virginia Raggi e del Movimento 5 stelle è stata chiara per quanto non lapidaria: il problema non sono le olimpiadi in sé, ma se queste diventano occasione per speculazioni che poi non apportano nessun beneficio alla città, lasciando altresì una montagna di debiti. Una diffidenza che ben si giustifica guardano bilanci e lascito dei giochi in città come Atene o Londra, dove sono state tutt'altro che un buon affare.
Chi decide quali sono le condizioni a cui è possibile dire sì alle olimpiadi? Questo il M5s non l'ha mai chiarito, e proprio per questo si trova oggi di fronte a un bivio. Governo e Coni, secondo quanto riportato da Tommasi Ciriaco su la Repubblica di oggi, sarebbero quanto mai disponibili ad accettare le richieste della giunta pentastellata, a cominciare dalla garanzia di fondi per rimettere a posto gli impianti sportivi della città, al ridimensionamento o allo stralcio della cittadella olimpica di Tor Vergata (su un terreno di Francesco Gaetano Caltagirone), fino al cambio dei vertici (tramite la formula della staffetta) dei rappresentanti del Comitato Roma 2024 per far fare un passo indietro con onore a Luca Cordero di Montezemolo.
Condizioni che allettano i grillini romani, soprattutto per quanto riguarda le risorse, e al momento sottoposte al difficile dibattito interno del M5s, in Campidoglio e a livello nazionale. Gli unici che non sembrano avere voce in capitolo sono i romani: dopo che con la loro astensione i consiglieri pentastellati hanno affossato l'ipotesi del referendum avanzata dai Radicali, i cittadini sembrano essere completamente esclusi da un dibattito sempre più segreto e opaco.