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Rogo di Centocelle, scarcerato il rom fermato con l’accusa di aver dato fuoco alle tre sorelline

Torna a piede libero Serif Seferovic, il 20enne rom fermato a Torino lo scorso lunedì e accusato di essere l’autore della strage di Centocelle in cui sono morte, nel camper in cui dormivano con la famiglia, le tre sorelline Elisabeth, Angelica e Francesca. Il giudice ha convalidato il fermo del 20enne ma lo ha rimesso in libertà: “Mancano gravi indizi di colpevolezza”.
A cura di Valerio Renzi
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L'arresto di Serif Seferovic
L'arresto di Serif Seferovic

È stato scarcerato Serif Seferovic, il 20enne rom fermato alla stazione Lingotto di Torino, e ricercato per l'omicidio di Elisabeth, Angelica e Francesca, le tre sorelline rom morte nel rogo del loro camper a Centocelle, quartiere di Roma. Seferovic era stato individuato come l'uomo che si vede nelle immagini delle telecamere di sorveglianza del parcheggio del centro commerciale Primavere, mentre scaglia una bottiglia incendiaria dove dormivano i tredici componenti della famiglia Halilovic. Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Torino Alessandra Danieli ha convalidato il fermo, ma ha deciso di rimettere a piede libero l'accusato, mentre la procura di Roma aveva chiesto la custodia cautelare in carcere. Seferovic ha asserito la sua innocenza, raccontando di trovarsi la sera della strage con la sua famiglia in un'area nei pressi di via dei Prati Fiscali. Secondo il gip mancano i "gravi indizi di colpevolezza" che giustificherebbero la detenzione in carcere. Il 20enne, una volta sbrigate le formalità di rito, lascerà il penitenziario di Torino dove si trovava dopo il fermo.
"Come esposto – scrive 15 pagine di ordinanza – il dato di assoluto rilievo investigativo è rappresentato, da parte degli autori del delitto del furgone di proprietà di Renato Seferovic, fratello del fermato, consente di concentrare nel nucleo di appartenenza dei predetti indagati la responsabilità del fatto, tale medesimo elemento, non consente tuttavia di escludere, in mancanza di ulteriori acquisizioni di indagine che il soggetto ripreso dalle immagini del sistema di videosorveglianza, anziché il Serif fosse altro soggetto, in ipotesi appartenente allo stesso gruppo familiare ovvero semplicemente vicino al gruppo, che presentava le stesse caratteristiche fisiche, di per se non univocamente ascrivibili al solo Serif, a maggior ragione in mancanza di qualsiasi accertamento in ordine alle caratteristiche fisiche degli altri familiari di sesso maschile del predetto".

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