Rivela ai genitori: “Sono gay”. Ragazza di sedici anni insultata e picchiata dai familiari
Rivela ai genitori quella sua relazione omosessuale con una coetanea. Non ce la faceva più a tenere dentro il peso del segreto e ha deciso di parlare, sperando nella comprensione dei genitori. Purtroppo per una giovane di 16 anni invece il suo outing si è trasformato nell'inizio di un vero e proprio incubo. I familiari, il padre e la madre, ma anche la sorella di due anni più grande, dopo che ha dichiarato la sua omosessualità la picchiano e la insultano, ma quel che è peggio la segregano in casa con la pretesa di "curarla".
La vicenda, che risale all'autunno del 2014, è stata portata alla luce ieri dal quotidiano il Messaggero, che ha riportato la decisione del gip Valerio Savio il divieto di avvicinamento per i genitori e la sorella alla ragazza, trasferita nel frattempo in una casa famiglia. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti la cultura tradizionalista dei suoi genitori di origini russe, cristiani ferventi e osservanti, gli avrebbe fatto giudicare l'omosessualità della figlia qualcosa di intollerabile, tanto da arrivare a giudicarla "malata" e ha costringerla a subire violenze psicologiche e fisiche.
Nove mesi, un vero e proprio calvario dell'adolescente arrivata a compiere atti di autolesionismo per evadere da quella situazione intollerabile. Diverse le visite della giovane al pronto soccorso. La denuncia dei familiari è arrivata dalla stessa ragazza che non ce la faceva più a subire quella situazione, costretta anche a prendere delle medicine che avrebbero dovuto "curarla", era arrivata a temere per la sua stessa vita