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Rifiuti, Muraro incontra i comitati: “Certezze sulla chiusura dell’impianto Tmb Salario”

Un lungo incontro ieri in Campidoglio tra i cittadini di Villa Spada, Fidene, Nuovo Salario e l’assessore all’Ambiente Paola Muraro. Sul tavolo il futuro dell’impianto Tmb di via Salaria che asfissia da anni gli abitanti della zona: “Non possiamo più aspettare: si è parlato di riconversione ma ancora non ci sono certezze sulla chiusura dell’impianto”.
A cura di Valerio Renzi
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Un incontro definito un "braccio di ferro" quello tra i comitati di cittadini di Villa Spada, Fidene e Nuovo Salario, e l'assessore all'Ambiente del comune di Roma Paola Muraro. Il tavolo di trattativa sul futuro dell'impianto Tmb (trattamento meccanico biologico) di via Salaria, che da anni tiene in ostaggio i cittadini della zona costretti a subire insopportabili miasmi e a temere per la propria salute. Presenti anche la presidente del III Municipio Roberta Capoccioni e l'assessore municipale Mimmo D'Orazio, il presidente della commissione Ambiente Daniele Diaco.

Paola Muraro, dopo aver chiarito che una chiusura immediata dell'impianto non è possibile, pena il collasso del già fragile ciclo di raccolta e smaltimento di rifiuti nella capitale, ha presentato il progetto di riconversione annunciato lo scorso agosto a mezzo stampa: la realizzazione di un polo tecnologico per il trattamento dei rifiuti. L'idea dell'assessore è quella di trasformare l'impianto di via Salaria riconvertendolo al trattamento di rifiuti multilaterale provenienti dalla raccolta differenziata, in particolare plastica. Una proposta che ha trovato il netto "no" dei cittadini che si oppongono all'idea che in una zona densamente abitata si trattino rifiuti potenzialmente nocivi.

"Abbiamo fatto presente la nostra contrarietà all'ipotesi del trattamento del multilaterale, ma soprattutto abbiamo chiesto il coinvolgimento dei cittadini – spiega Maria Teresa presente all'incontro – Muraro alla fine si è detta disponibile a ragionare su trasformare l'impianto in un centro di trattamento dei rifiuti ingombranti che prevede lavorazioni manuali". Un'ipotesi rispetto alla quale i cittadini hanno chiesto maggior dettagli. Ma alla fine è stato l'assessore a ripartire in contropiede gettando la palla nel campo avversario chiedendo ai comitati stessi di avanzare una proposta di riconversione.

Nessuna certezza sulla data di chiusura dell'impianto, se la precedente giunta aveva promesso dicembre 2015, è anche vero che l'impianto ha ricominciato a lavorare a pieno ritmo: "Su questo punto le risposte dell'assessore sono state vaghe. Nessun certezza, nessuna data, solo la promessa che entro la fine dell'anno sarà presentato un piano per il ciclo dei rifiuti di Roma. Ma noi non possiamo più aspettare". La prossima settimana i cittadini si riuniranno nuovamente in assemblea per decidere il da farsi, non escludendo nuove mobilitazioni anche in piazza del Campidoglio.

Nessuna risposta neanche sulla presenza della così detta "trasferenza", ovvero delle 500 tonnellate d'immondizia al giorno che vengono scaricate nel centro per poi essere spedite in altre regioni per lo smaltimento. Una quantità enorme di rifiuti che giacciono a poche centinaia dalle case dei cittadini esasperati. "Su questo punto che sta molto a cuore ai cittadini – spiega ancora Maria Teresa – nessuna risposta concreta. Aspettiamo con ansia di conoscere il piano dell'assessore sul ciclo dei rifiuti perché non si può più aspettare per dare risposte ai cittadini.

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