3.220 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Frosinone, parla la ragazza di Emanuele: “Ucciso davanti ai miei occhi. Chi sa parli”

Parla la ragazza di Emanuele Morganti, il 20enne massacrato fuori una discoteca ad Alatri, deceduto ieri dopo 48 ore di agonia: “Perché l’hanno ammazzato? Perché non li hanno fermati?. E punta il dito contro alcuni giovani della zona e la sicurezza del locale.
A cura di Valerio Renzi
3.220 CONDIVISIONI
Immagine

Dalle colonne del Corriere della Sera parla Ketty, la fidanzata di Emanuele Morganti, il ragazzo di 20 anni morto dopo 48 ore di agonia al Policlinico Umberto I di Roma, a causa delle lesioni riportate provocate da un violento pestaggio all'esterno del Mirò, locale notturno di Alatri in provincia di Frosinone.

Non ce l'ha fatta Emanuele e ora le forze dell'ordine lavorano per ricostruire cosa sia accaduto e i responsabili di quel massacro a colpi di pugni, calci e sprangate.  Fuori il Mirò ci stava anche lei, la ragazza di Emanuele:

Era la prima volta che Emanuele prendeva la macchina del padre. Ci teneva così tanto. Era tornato dal lavoro, aveva fatto la doccia ed eravamo andati in discoteca. Volevamo solo passare un venerdì sera con la musica e gli amici. Perché è successo? Cosa è successo? Perché l’hanno ammazzato? Perché non li hanno fermati? Lo hanno ammazzato davanti ai miei occhi e non sono riuscita a fare niente.

Non ci sta a far descrivere Emanuele come una testa calda, e spiega che si c'era stato un litigio nel locale e che erano intervenuti i buttafuori allontanandolo. A scatenare tutto alcuni apprezzamenti pesanti e sgraditi rivolti da un gruppo di giovani, in particolare da un ragazzo di nazionalità albanese, proprio nei suoi confronti. Parole che avevano fatto reagire Emanuele che era stato allontanato in malo modo dai body guard che avrebbero iniziato a picchiarlo.

Nelle parole di Ketty la ricostruzione e l'orrore di quanto accaduto:

I buttafuori lo hanno picchiato fuori dalla discoteca. Quelli non dovevano proprio lavorare, hanno precedenti penali. È brutta gente. Loro e gli altri. Quello che gli ha sfondato la testa con una spranga, quello che lo ha ammazzato, è un italiano. Emanuele era un ragazzino normale, sempre sorridente, che è stato massacrato di botte e mentre era a terra moribondo ancora gli davano calci. E chi l’ha ammazzato già sta fuori dalla caserma.

Lei gli amici e la famiglia hanno una sola richiesta: "Chi sa parli", perché il pestaggio è avvenuto davanti a decine di testimoni.

Il messaggio su Facebook: "Ciao amore mio"

"Questa è la foto che ti piaceva più di tutte amore mio. Non riesco ancora a realizzare tutto quello che è successo. Non meritavi tutto questo, non hai fatto niente di male. Una morte così. Ricordo uno dei tuoi ultimi messaggi di venerdì pomeriggio: "ti amo più di ogni altra cosa".. E continuerò a ricordarlo per sempre, come continuerò a ricordare anche te. Ti amo e lo farò per sempre. Il mio cuore ora sta lì con te. Ci rivedremo presto, ciao amore mio". Questo il messaggio pubblicato su Facebook da Ketty.

3.220 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views