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Omicidio di Sara, sulla chat spunta una domanda shock al fidanzato: “Perché vuoi uccidermi?”

Un altro messaggio sembra avvalorare l’ipotesi dell’omicidio premeditato. Alle 2 e 27 del 29 maggio scorso, due ore appena prima del terribile assassinio di Sara di Pietrantonio, Vincenzo Paduano scrive su Facebook: “Quando il marcio è radicato nel profondo ci vuole una rivoluzione, tabula rasa. Diluvio universale”.
A cura di Enrico Tata
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Sara Di Pietrantonio e il suo assassino, Vincenzo Padulano.
Sara Di Pietrantonio e il suo assassino, Vincenzo Paduano.

"Perchè vuoi uccidermi?", chiede Sara Di Pietrantonio al suo fidanzato in chat. E lui: "Servirebbe a qualcosa?". E' il 18 luglio del 2015. Quasi un anno dopo Vincenzo dà alle fiamme la sua fidanzata di appena 22 anni, studentessa universitaria di economia aziendale. Fra loro c'è una relazione normale, scrive il Corriere della Sera che ha riportato lo scambio di messaggi, almeno fino ad aprile del 2015. Poi qualcosa non funziona più e il rapporto fra i due diventa difficile. Gelosia, scene di violenza, e infine la separazione. C'è un episodio, uno schiaffo in pubblico da parte di lui. "Ho paura di te dopo quello che mi hai fatto! Ma sono convinta che tu mi debba delle scuse, voglio sentire cosa hai da dire", scrive Sara su Whatsapp. Lui propone un luogo affollato, affinché lei si possa sentire più tranquilla e protetta. "Non ho paura che tu mi uccida! Ho paura di come puoi comportarti e del fatto che martedì ho l'esame di diritto", la risposta di lei.

Paduano su Facebook: "Ci vuole una rivoluzione. Diluvio universale"

Fino ad ora le prove dell'omicidio premeditato da pare di Vincenzo Paduano non erano schiaccianti, ma lo studio dei messaggi sui social network e sulle chat comincia a far emergere un'altra verità in vista dell'udienza preliminare del processo che si terrà domani mattina, venerdì 3 marzo. Alle 2 e 27 del 29 maggio scorso, due ore appena prima del terribile omicidio di Sara, Vincenzo scrive su Facebook: "Quando il marcio è radicato nel profondo ci vuole una rivoluzione, tabula rasa. Diluvio universale". Poco dopo si mette sulle tracce di Sara, la insegue in macchina e la costringe ad accostare lungo via della Magliana. La aggredisce alle spalle, la strozza e la trascina in fin di vita per qualche metro. Poi la dà alle fiamme con dell'alcol contenuto in una tanica che aveva con sé.  "Non avrei mai voluto ucciderla – ha raccontato Paduano al giudice – "Ero accecato dall'idea di averla persa per sempre. E allora l'ho seguita, lei mi ha respinto un'altra volta. Senza rendermene conto le ho fatto male. Ero come impazzito. Poi ho preso quel flacone con l'alcol. Dopodiché sono scappato, sono tornato a lavoro per non destare sospetti. Lei era la mia vita". Se dovesse essere dimostrata la premeditazione dell'omicidio, Paduano rischierebbe l'ergastolo.

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