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News su Omicidio Emanuele Morganti

Omicidio di Emanuele Morganti, tutto è cominciato per due euro di cocktail annacquato

Il massacro di Emanuele Morganti è cominciato così, da una banalissima lite al bancone del Miro Music Club di Alatri mentre il ragazzo aspettava la sua ordinazione: quattro shot di tequila con sale e limone per lui e i suoi amici.
A cura di Enrico Tata
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Tutto per un cocktail annacquato e quattro shot. Il massacro di Emanuele Morganti è cominciato così, da una banalissima lite al bancone del Miro Music Club. E' l'una di notte di venerdì 24 marzo. Emanuele e la fidanzata Ketty entrano nel locale di Alatri e si avvicinano al bar per ordinare quattro shot di tequila con sale e limone per loro e per i loro amici. Mentre aspettano l'ordinazione arriva Domenico P., completamente ubriaco. Fino a pochi istanti prima ballava al centro della sala e dava fastidio un po' a tutti. Agita una moneta da due euro e, senza aspettare il suo turno, chiede un cocktail alla barista. "Con due euro non ci paghi niente, ti posso dare al massimo un'aranciata", risponde lei. "Dai, ho speso cento euro stasera. Anzi, no, aspetta ecco cinque euro, li ho trovati", incalza lui. Nel frattempo si agita, barcolla, si appoggia su Emanuele che sta aspettando i suoi drink. Emanuele si gira, guarda un amico in lontananza, gli fa cenno: "Questo qua è pazzo". "Allora – racconta la barista agli investigatori – pur di togliermelo di torno gli ho servito un cocktail molto diluito. Poi sono tornata a servire Emanuele che stava aspettando sale e limone per la tequila".

Domenico continua ad appoggiarsi su Emanuele che alla fine perde la pazienza, gli dice qualcosa e i due cominciano a litigare. All'improvviso Domenico prende un portatovaglioli e lo scaraventa su Emanuele, poi tenta di sollevare uno sgabello, ma viene fermato in tempo. Intervengono i buttafuori, che trascinano Morganti all'esterno del Mirò. Pochi minuti dopo gli amici di Domenico (che resta all'interno del locale) si vendicano e massacrano di botte Emanuele. Fanno parte del gruppetto che i testimoni chiamano "degli albanesi". Sono conosciuti nel paese, frequentano spesso il Miro e spesso provocano risse. "E' diverso temo che frequento il Mirò e in più di un'occasione ho visto il gruppetto degli albanesi in compagnia di Paolo Palmisani (uno dei due fratelli in carcere ndr.). Hanno sempre trovato il modo di creare confusione e dare fastidio agli altri clienti. Per questa ragione quando li ho visti ho detto ai miei amici di allontanarci da loro e di evitare qualsiasi rapporto o contatto con loro", racconta un testimone.

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