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Occupazioni: pronti 16 sgomberi. Salvi (per ora) centri sociali, partiti e associazioni

Dopo lo scontro tra il prefetto Franco Gabrielli e il commissario straordinario Francesco Paolo Tronca, si va verso una tregua dello sgombero delle sedi di centri sociali, associazioni e onlus che occupano più o meno abusivamente stabili di proprietà comunale. Linea dura sulle occupazioni abitative: pronti sedici sgomberi entro la fine dell’anno.
A cura di Valerio Renzi
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Continua il braccio di ferro sugli sgomberi delle occupazioni e dello sterminato patrimonio pubblico occupato irregolarmente. Da una parte il Prefetto Franco Gabrielli, che non vuole procedere con la forza e vorrebbe che del problema si occupasse la prossima amministrazione comunale, trovando una soluzione "politica" valutando caso per caso, dall'altra il commissario straordinario Francesco Paolo Tronca, che con la Corte dei Conti con il fiato sul collo, è fautore della linea dura.

Lo scontro tra prefetto e Campidoglio

Ma qualcosa è cambiato negli ultimi giorni: mercoledì il tavolo per l'ordine pubblico e la sicurezza, dove il prefetto ha chiarito di non voler usare la forza contro esperienze sociali, ieri un incontro tra Gabrielli e una delegazione del coordinamento "Roma non si vende", che vede insieme spazi sociali e associazioni, mentre oggi si svolgerà un tavolo tecnico di confronto in Campidoglio. Una fitta interlocuzione per evitare lo scontro e trovare una soluzione di mediazione che salvaguardi le esperienze che svolgono davvero attività sociali, regolarizzando la loro presenza negli immobili pubblici occupati più o meno regolarmente.

Tutto nasce dalla delibera 140 di Ignazio Marino sulla gestione e la valorizzazione del patrimonio immobiliare comunale, che va a mettere le mani nel caos in cui versa ormai da decenni. Così sono partite centinaia di lettere che, oltre a richieste astronomiche di arretrati calcolati a prezzo di mercato e non calmierato come prevedevano le assegnazioni originari proprio in base alla natura sociale delle attività, intima il rilascio degli immobili.

Si va dai centri sociali come Esc, Astra, Corto Circuito, Auro e Marco e molti altri, alla sede del Partito democratico di via dei Giubbonari, fino ad associazioni come il Grande Cocomero (che si occupa di minori con problemi psichici) e Viva la vita, onlus che si occupa dei malati di di Sla. Un gran caos che vede situazioni molto diverse: c'è chi ha chiesto il rinnovo della convenzione senza ottenere risposta dal comune, c'è chi ha sempre pagata e chi non ha mai pagato, c'è chi ha avuto una preassegnazione che però non è mai definitiva.

Sedici palazzi da sgomberare prima della fine dell'anno

Se una tregua sembra essere così arrivata per onlus, spazi sociali e sedi di partito, così non è per le occupazioni abitative: dal Campidoglio arriva una "short list" di sedici stabili da liberare entro la fine dell'anno. C'è il palazzo di via Carlo Felice 69 a San Giovanni, l'occupazione di migranti di via Curtatone 3. Gli stabili di via del Policlinico 137 e viale delle Province 196, a Bufalotta in via Gian Maria Volontè 9. Due sgomberi annunciato anche su via Tiburtina: al civico 1099 e al 1064, una su via Prenestina 944 e sempre a Centocelle nel mirino il palazzo di via Tor de Schiavi 101. E ancora i palazzi occupati su via Collatina 385, in via Arrigo Cavaglieri (zona Anagnina) e poco lontano in via Tuscolana 1782. C'è poi l'ex scuola di via dell'Impruneta 51, alla Magliana e a Roma l'ex clinica Valle Fiorita e a Primavalle la scuola occupata in via Cardinal Capranica. Stabili questi quasi tutti di privati.

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