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“Non c’è più la parità uomo-donna”: la modifica allo statuto di Roma che fa discutere

“Oggi ci accorgiamo – denunciano le consigliere del Partito democratico – che, con la proposta di modifica dello statuto di Roma Capitale, con un vergognoso colpo di mano, vengono eliminate le parole chiave per la rappresentanza di genere e la parità di entrambi i sessi nelle giunte capitolina e municipali”. “E’ una fake news”, la risposta del Movimento 5 Stelle.
A cura di Enrico Tata
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Una proposta di modifica dello statuto di Roma Capitale, avanzata dal Movimento 5 Stelle, ha sollevato un gran polverone sulla questione della rappresentanza di genere nelle giunte capitoline e municipali. C'è chi, come i consiglieri del Partito democratico, denuncia un "vergognoso colpo di mano" sulla parità uomo-donna e chi, i grillini, rispedisce le accuse al mittente parlando di "fake news", bufala.

A sollevare il caso è stata la consigliera capitolina del Pd Giulia Tempesta. "Oggi ci accorgiamo – ha scritto su Facebook l'esponente dem – che, con la proposta di modifica dello statuto di Roma Capitale, con un vergognoso colpo di mano, vengono eliminate le parole chiave per la rappresentanza di genere e la parità di entrambi i sessi nelle giunte capitolina e municipali. Il comma 3 dell’art. 25 e il comma 21 dell’art. 27 attualmente in vigore, infatti, recitano che fra i nominati deve essere garantita “la presenza, di norma in pari numero, di entrambi i sessi”. Un atto per di più illegittimo dato che, con questa modifica, si superano le norme del Tuel, il Testo Unico degli Enti Locali. Non vorremmo che, con questa modifica, il Movimento 5 Stelle voglia creare un pericoloso precedente. Noi su questo daremo battaglia". In altre parole verrebbe eliminato il riferimento alla parità di genere nella composizione delle giunte.

I 5 Stelle: "Quella del Pd è una fake news"

A stretto giro è arrivata la risposta del Movimento 5 Stelle con le parole di Gemma Guerini, vicepresidente vicaria del Consiglio Città Metropolitana, e di Angelo Sturni, consigliere municipale. "Legati come sono al desueto e superato concetto delle "quote rosa" ignorano (chissà se volutamente o per mera ignoranza) quanto prescrive la legge 7 aprile 2014, n. 56, legge la cui applicazione è rimasta infatti fino ad oggi largamente disattesa, mentre non considerano che con il M5S la Capitale d’Italia ha la prima sindaca donna, la percentuale più alta di donne in Parlamento e la maggioranza di donne in Campidoglio", sostiene la prima. Sturni, invece, parla apertamente di "fake news". "La legge del 2014 all’articolo 1, comma 137, prevede che ogni sesso sia rappresentato in misura non inferiore al 40 per cento. La proposta prevede il ritorno a questo parametro. Ciò significa che si potranno avere Giunte Comunali e Municipali con 60 per cento donne e 40 uomini e viceversa. Per una città che ha visto per la prima volta una Sindaca donna la critica dell'opposizione è priva di fondamento".

In sostanza, in effetti, viene eliminato il riferimento alla parità di rappresentanza, ma solo, sostengono gli esponenti del Movimento 5 Stelle, per conformare lo statuto alle leggi vigenti, che invece esprimono una proporzione diversa: 60 per cento uomini, almeno, e 40 per cento donne. Si tratta comunque di un passo indietro per il Partito democratico, che risponde ancora con le parole di Giulia Tempesta: "Ringrazio i consiglieri di maggioranza per le gentili precisazioni, di cui non avevamo bisogno perché da anni siamo impegnati sul riequilibrio della rappresentanza e la promozione concreta di pari opportunità. Tema su cui non ci facciamo dare lezioni da chi non ha i titoli per farlo. Conosciamo bene la legge n. 56 del 2014 e sappiamo anche quanto storicamente non è stata rispettata, "disattesa", come ha pure ricordato la presidente della commissione delle elette M5S Gemma Guerrini. La cancellazione delle parole chiave "di norma in pari numero" appare dunque in tutta evidenza un passo indietro. Così sarà possibile tenersi del tutto le mani libere rispetto ad ogni impegno di equilibro di rappresentanza. Magari ci fossero giunte municipali o comunali con una presenza femminile pari al 60%, come afferma goffamente il presidente della Commissione Roma Capitale Sturni, non ci pare che il M5S in questo sia un fulgido esempio".

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