Musulmani di Roma in preghiera al Colosseo: “Chiediamo al comune spazi per le moschee”
Centinaia di cittadini musulmani residenti nella capitale, si sono riuniti oggi di fronte al Colosseo per la preghiera del venerdì. Una protesta pacifica organizzata dall'associazione Dhuumcatu, molto radicata nella comunità del Bangladesh, a seguito della chiusura di diverse sale di preghiera Torpignattara e Centocelle, due dei quartieri a maggiore concentrazione di migranti. "Chiudere un luogo di preghiera è un atto contro la fede" e ancora "chiudere le moschee non ferma la preghiera", questi alcuni dei messaggi scritti dai fedeli su striscioni e cartelli. La chiusura dei locali per irregolarità amministrative, ha privato la numerosa comunità musulmana di punti di riferimento e luoghi di culto. Così ora chiedono all'amministrazione comunale di trovare una soluzione e di garantire il diritto di culto, così come prescritto dalla Costituzione.
"È un dovere delle amministrazioni consentire l'esercizio di un diritto costituzionale come quello al culto. E' un diritto di tutti, quindi anche nostro. Deve poter essere esercitato in forma individuale, ma anche collettiva, in forma privata cosi come in forma pubblica. Auspichiamo che l'amministrazione capitolina avvii, come dichiarato, un processo per arrivare a una soluzione di sistema e che ci vengano date delle soluzioni nel breve periodo", si legge in un comunicato del Dhuumcatu.
Sulla vicenda è intervenuto anche Omar Camiletti, rappresentante della Grande moschea di Roma che ha criticato la mobilitazione pur riconoscendo il problema: "Ci sono dei rischi simbolici. Roma è la nostra città e una ferita all'immagine di Roma colpirebbe anche noi quindi disapproviamo questa manifestazione. In questi giorni ho chiesto a molti musulmani come reagirebbero se in un loro luogo simbolo arrivassero dei cristiani a fare una manifestazione. Nell'anno del Giubileo e nell'anno in cui sono stati lanciati minacciosi proclami da parte dei fondamentalisti islamici, questa manifestazione è da dilettanti allo sbaraglio".