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Museo della Shoah, arriva la decisione: si farà a Villa Torlonia

Il comune vuole posare la prima pietra il 27 gennaio, il giorno della memoria. Questa mattina, alle mura del tempio Maggiore, il ricordo del rastrellamento nazista al ghetto ebreo del 16 ottobre 1943.
A cura di Enrico Tata
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Proprio ieri, alla vigilia dell’anniversario del rastrellamento del ghetto romano il 16 ottobre 1943, c’è stata la decisione: il Museo della Shoah si farà a Villa Torlonia. Il si definitivo, un voto unanime, è arrivato dal collegio dei fondatori della Fondazione del Museo, che si è riunito mercoledì pomeriggio a Palazzo Senatorio. L’obiettivo del Comune di Roma è di posare la prima pietra il prossimo 27 gennaio, nel giorno della memoria. Nel frattempo ci sarà una sede temporanea nel ghetto, al Portico d’Ottavia. La Casina dei Vallati verrà utilizzata per le esposizioni ma anche come luogo di formazione per studenti e professori. Secondo il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti è stata scritta “una bella pagina della storia della città di Roma. Un passaggio decisivo che regalerà alla nostra città e al mondo intero una straordinaria struttura per mantenere viva la Memoria di una tragedia che nessuno di noi deve dimenticare”.

Dove si farà il museo della Shoah a Roma

E arriva anche il commento di Ignazio Marino: "Roma, dunque, avrà finalmente un luogo per ricordare la tragedia delle deportazioni e dello sterminio degli ebrei e per tramandare alle future generazioni il valore della memoria come antidoto contro ogni forma di intolleranza e di odio”. Così il sindaco capitolino che ha voluto poi ringraziare Riccardo Pacifici per aver ritirato le proprie dimissioni. Il presidente della Comunità ebraica di Roma aveva infatti minacciato di lasciare la carica alla Fondazione se non si fosse trovato al più presto un luogo per la realizzazione della nuova sede del museo.

Questa mattina il numero uno degli ebrei romani ha partecipato, insieme a Marino e Zingaretti, al ricordo del rastrellamento nazista del 1943 alle mura del Tempio Maggiore, dove sono state deposte alcune corone di fiori. Pacifici ha ringraziato anche il presidente del Consiglio Matteo Renzi: “Alla vigilia del 16 ottobre abbiamo ricevuto una lettera molto affettuosa da parte di Renzi – ha detto Pacifici – È molto importante che il premier tenga a cuore, dopo 71 anni, una ferita ancora così aperta e la ritenga un patrimonio di dolore e sofferenza di tutto il Paese”.

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