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Mafia Capitale, il Gruppo 29 giugno annuncia: “Blocco degli stipendi e servizi a rischio”

Ad andarci di mezzo per gli affari della cricca di Buzzi e Carminati potrebbero essere i più deboli: i lavoratori del consorzio di coop sociali Eriches-29 giugno, e i migranti ospiti dei centri di accoglienza. Con una lettera le coop coinvolto nell’inchiesta su Mafia Capitale annunciano: “Da marzo stipendi e servizi a rischio”.
A cura di Valerio Renzi
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Con una lettera indirizzata alle rappresentanze sindacali e alle istituzioni, il gruppo di cooperative sociali facenti capo al consorzio Eriches-29 giugno, il cui ex presidente Salvatore Buzzi è uno degli elementi di spicco di mafia capitale, ha annunciato che da questo mese non sarà più in grado di garantire stipendi e servizi nei centri di accoglienza per migranti che gestisce. "Come noto nel mese di dicembre 2014, il Tribunale di Roma – sezione misure di prevenzione ha disposto il sequestro dei cinque enti in intestazione (Eriches 29, Abc cooperativa sociale, Formula sociale, Cooperativa 29 giugno, 29 giugno servizi ndr). Da questa data – si legge nella missiva – l'amministrazione giudiziaria, in nuovi Presidenti e la nuova dirigenza, nonostante le numerosissime difficoltà gestionali e procedurali da affrontare, hanno assicurato a tutte le lavoratrici e i lavoratori il regolare proseguimento dell'attività e la regolare corresponsione degli emolumenti retributivi e contributivi". "Nonostante ciò – prosegue la lettera – oggi siamo purtroppo costretti a rappresentare l'impossibilità da parte delle società sotto sequestro di garantire il regolare pagamento delle retribuzioni dal mese di marzo".

Il gruppo di cooperative, per far fronte alla situazione, chiede alla pubblica amministrazione di versare tutti i soldi di cui è debitore per permettere di far fronte ai pagamenti: "La società debitoria più preoccupante è quella di Ama S.p.a., la quale, per servizi resi e mai scaduti, ha maturato nei confronti del Gruppo 29 giugno un debito di 17 milioni di euro". Ma le conseguenze nefaste delle azioni della cricca di mafia capitale si potrebbero ripercuotere non solo sui lavoratori che rischiano di andare a casa o di rimanere senza stipendio, ma anche sugli ospiti dei centri di accoglienza per rifugiati e richiedenti asilo: se le casse delle cooperative rimangono all'asciutto queste non sarebbero più in grado di garantire i servizi minimi nei centri. Così ad andarci di mezzo ancora una volta potrebbero essere i più deboli.

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