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Mafia Capitale, Carminati e l’etica del mondo di sotto: “In quello di sopra sono tutti truffatori”

Torna a parlare in video collegamento con l’aula bunker di Rebibbia Massimo Carminati per rispondere alle domande dei suoi legali. Il ‘Cecato’ rivendica di essere un “vecchio fascista degli anni ’70” e spiega l’etica del ‘mondo di sotto’: “Nel mondo di sotto la gente paga, in quello di sopra sono truffatori”.
A cura di Valerio Renzi
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Il ‘mondo di sotto', quello della criminalità organizzata, quello il ‘mondo di sopra', quello della politica, dell'imprenditoria, dei colletti bianchi e delle istituzioni e il ‘mondo di mezzo', quell'area grigia che mette in relazione due mondi solo apparentemente così distanti. Questa immagine, raccolta in una ormai celebre intercettazione di Massimo Carminati, spiega la visione del ‘Cecato', la metafora che darà il nome all'inchiesta che il 6 dicembre del 2014 porta alla luce quel verminaio di corruzione e intrecci illeciti tra imprenditoria, politica e criminalità definita come Mafia Capitale.

E oggi, in collegamento con l'aula bunker di Rebibbia, Carminati è tornato a parlare del mondo di sopra e del mondo di sotto. E proprio al mondo di sotto il Cecato rivendica la sua appartenenza, raccontando una presunta superiorità morale dell'etica del vecchio criminale rispetto a chi agisce in giacca e cravatta. "Il mondo di sotto funziona molto meglio di quello di sopra ed è molto più semplice. – spiega Carminati – Al Comune di Roma sono dei truffatori. Ci hanno dato lavori sapendo già che non ci avrebbero pagato. Se avessi conosciuto Lucarelli e il sindaco Alemanno, del quale non ho nessuna stima, sarei andato a buttargli giù la porta a calcio visto che non ci pagavano. Nel mondo di sotto la gente paga, in quello di sopra sono truffatori".

Massimo Carminati: "Sono un vecchio fascista degli anni '70"

Risponde alle domande dei suoi avvocati Giosuè e Ippolita Naso l'ex Nar, ribadendo di non rinnegare nulla nel suo passato nell'eversione nera. Non rinnega i ‘camerati' e la sua identità: "Sono un vecchio fascista degli anni 70 e sono contentissimo di essere quello che sono, non ho nulla da nascondere o da ripensare". Smentisce poi di aver avuto rapporti con apparati deviati dello Stato: "M'ha difeso il ministro Minniti dall'accusa di essere nei servizi segreti o avere collusioni nelle forze dell'ordine, come meglio potrei smentire questa accusa? Per me è un'offesa essere tacciato di avere contatti o di essere nei servizi. Mi tocca difendere i poliziotti di Ponte Milvio che sono accusati di avermi dato informazioni sono perché sono venuti al distributore di Corso Francia. Io che difendo poliziotti. Capisce perché questo esame non lo volevo fare? A Roma sapevano tutti che c'era una grossa indagine in corso".

"Nessuna soffiata, sapevo di essere controllato"

Il Cecato ha poi spiegato di sapere di essere controllato, di non aver ricevuto dunque nessuna soffiata, e ai suoi sensi affinati da anni di latitanza, riconosce subito quando qualcosa non va : "Verso la metà del 2011 era giugno, dopo una perquisizione della Digos, ho cominciato a vedere davanti al negozio della mia compagna dei controlli. Pensavo fosse per quella perquisizione. Le cose poi sono peggiorate e torno a casa mia a Sacrofano e vedevo i pedinamenti, dal benzinaio vedevo appostamenti, all'aeroporto trovo i carabinieri. Erano ossessivi. Ecco come me ne sono accorto. Ho un occhio solo ma ci vedo bene. E per questo ho preso telefono dedicati e li ho dati ai miei amici.

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