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Mafia a Ostia, chiesti 10 anni per il boss del clan Fasciani

“Il metodo mafioso, rappresentato dalla pretesa del pizzo e dall’intimidazione di terzi con l’uso delle armi o comunque della violenza – hanno precisato i pm durante la requisitoria – ha consentito a questa organizzazione criminosa di infiltrarsi nel territorio, di ridurre la popolazione soggiogata all’omertà e all’assoggettamento per portare avanti i propri affari”.
A cura di Enrico Tata
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Dieci anni di reclusione e tre di libertà vigilata. Questa la pena richiesta dai pm Ilaria Calò e Carlo Lasperanza per Carmine Fasciani, il boss del can Fasciani che per anni ha imposto i suoi metodi criminali a Ostia. Quello del clan era un impero: “Il metodo mafioso, rappresentato dalla pretesa del pizzo e dall'intimidazione di terzi con l'uso delle armi o comunque della violenza – hanno spiegato i pm durante la requisitoria – ha consentito a questa organizzazione criminosa di infiltrarsi nel territorio, di ridurre la popolazione soggiogata all'omertà e all'assoggettamento per portare avanti i propri affari. Con una mano si facevano gli investimenti e con l'altra si sparava, un impegno spesso concomitante e contestuale”. Le accuse a cui dovranno rispondere gli indagati sono di intestazione  fittizia di beni in relazione a società, immobili, stabilimenti balneari, chioschi-bar, esercizi di ristorazione e concessionarie di auto intestati a prestanome riconducibili alla famiglia Fasciani. Oltre al boss sono state richieste condanne, che variano da dieci anni a tre anni e otto mesi di carcere, per altre nove persone.

Per la moglie di Carmine Fasciani, Silvia Franca Bartoli, sono stati sollecitati otto anni, oltre a tre di libertà vigilata, per la figlia Azzurra sette anni, più tre di libertà vigilata. Queste le altre richieste: sei anni (più tre di libertà vigilata) per Mirko Mazziotti, cinque anni (più due) per i fratelli Fabio e Davide Talamoni, quattro anni (più due) per Fabrizio Sinceri, cinque anni (più due) per Daniele Mazzini, tre anni e otto mesi (più due) per Francesco Palazzi, Gabriella Romani, Marzia Salvi e Marco D'Agostino.

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