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Lievitati i costi della Metro C, per la procura ha responsabilità anche Ignazio Marino

Secondo la procura, “determinante per il pagamento di somme non dovute è stato il comportamento dal sindaco Ignazio Marino”. Per questo l’ex sindaco di Roma è nella lista delle 32 persone che oggi hanno ricevuto un invito a dedurre.
A cura di Enrico Tata
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Per il pm della Corte dei conti Paolo Crea anche Ignazio Marino, l’ex sindaco di Roma, ha qualche responsabilità nella lievitazione dei costi e degli appalti per la costruzione delle linea C della metropolitana di Roma, ancora incompleta anche se sono già passati dieci anni dall'appalto vinto dal Consorzio Metro C per la sua realizzazione. Secondo la procura, "determinante per il pagamento di somme non dovute è stato il comportamento dal sindaco Ignazio Marino". Per questo l'ex sindaco di Roma è nella lista delle 32 persone che oggi hanno ricevuto un invito a dedurre, cioè l'equivalente dell'avviso di garanzia in ambito penale. Insieme a lui ci sono anche il suo predecessore Gianni Alemanno, l'ex assessore alla Mobilità Guido Improta e l'ex dirigente del ministero delle Infrastrutture e Trasporti, Ercole Incalza. Secondo i pm il danno erariale ammonterebbe a 253 milioni di euro, cioè i costi sostenuti da Stato, Comune e Regioni per le varianti apportate al progetto iniziale.

Per la procura Marino, pur "a conoscenza della transazione concordata nel 2011 tra la stazione appaltante Roma Metropolitane e il contraente generale Metro C", non avrebbe impedito al Comune di spendere altri soldi. E questo, sostengono ancora i pm, nonostante l'ufficio di revisione economico-finanziario del Campidoglio consigliasse di sospendere ogni erogazione. In questo senso, "Marino non solo non ha sentito l’obbligo di acclarare la legittimità dell'accordo transattivo del 2012 ma, di concerto con l’assessore Improta, ne ha agevolato il pagamento con le decisioni assunte a seguito della seduta di Giunta del 25-26 ottobre 2013".

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