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Le mafie invadono il Lazio: nella regione ci sono 88 clan

Lo rivela il rapporto “Mafie nel Lazio”, scritto dall’Osservatorio per la sicurezza e la legalità della Regione Lazio, in collaborazione con la Fondazione Libera Informazione.
A cura di Enrico Tata
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Ottantotto clan mafiosi su tutto il territorio del Lazio, di cui 35 appartenenti alla ‘Ndrangheta, 16 a Cosa nostra, 29 alla Camorra, 2 alla Sacra corona unita e 6 autoctone. Dati che parlano chiaro quelli presentati oggi dal rapporto “Mafie nel Lazio”, scritto dall'Osservatorio per la sicurezza e la legalità della Regione Lazio, in collaborazione con la Fondazione Libera Informazione. Secondo il rapporto, dal 2012 al 2014 nel Lazio risultano indagati per associazione di stampo mafioso 834 persone e gli indagati per il traffico di droga, in relazione alle inchieste della Dda di Roma, sono 3586. Inoltre nel solo 2014, in provincia di Roma, sono stati sequestrati 849 immobili, 593 beni mobili e 339 aziende per un valore di oltre un miliardo di euro. In base a quello che risulta dai dati, Roma è la terza città per sequestri di beni dopo Milano e Palermo, mentre il Lazio è la sesta Regione per le confische dei beni mafiosi.

Il documento è stato reso noto questa mattina, a due giorni dalla giornata del 21 marzo in ricordo di tutte le vittime innocenti di tutte le mafie. I risultati del rapporto sono stati diffusi alla presenza del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, del procuratore aggiunto e coordinatore Dda di Roma Michele Prestipino, di Alfonso Sabella, assessore alla Legalità di Roma Capitale,di Giampiero Cioffredi, presidente dell'Osservatorio per la sicurezza e la legalità. Proprio Sabella ha provato a spiegare come evitare che infiltrazioni mafiose inquinano i cantieri delle opere che verranno costruite per il Giubileo del 2015: “Regole, regole, regole – ha detto Sabella- Occorre che ci dotiamo di regole chiare, ferme e sicure per tutti in modo che sia impossibile adottare procedure straordinarie, d'emergenza, affidamenti diretti, cottimi fiduciari ‘aumma aummà. Cercheremo di fare bandi di gara a evidenza pubblica. È chiaro che dovremo scontrarci con la necessità di fare in fretta ma ci sono sistemi leciti che, con meccanismi di controllo, permettono il medesimo risultato in un tempo sicuramente breve”.

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